Tornano le fiere “dal vivo”, dopo il lungo stop forzato dovuto al Covid. Il via è stato dato nei giorni scorsi dal Cibus di Parma, una delle esposizioni più importanti del settore agroalimentare, capace di attrarre tantissime aziende e altrettanti addetti ai lavori. Durante le giornate della fiera, si è tenuto il prestigioso concorso Birra dell’Anno, organizzato dall’associazione di categoria Uniobirrai. Un appuntamento attesissimo che sancisce le migliori produzioni brassicole del millesimo: una sorta di campionato della Birra Artigianale italiana con tanto di assegnazione dello scudetto.

In questa occasione, dopo i numerosi successi del passato, con tanto di titolo assoluto nel 2016, Birra Perugia fa un figurone e conquista una medaglia d’Oro con la Golden Jazz, salendo sul podio anche con la Suburbia. Il birrificio perugino ancora una volta protagonista, dunque, con ben due medaglie, a conferma del suo ruolo di riferimento nel panorama nazionale e internazionale. Quello di Birra dell’Anno è un appuntamento molto prestigioso, basti pensare che la giuria è composta da numerosi esperti e che le birre partecipanti sono centinaia.

“Arrivare a questi livelli è una soddisfazione immensa – dicono i ragazzi di Birra Perugia –, specialmente per noi che siamo un piccolo birrificio. Stiamo riscuotendo dei successi inimmaginabili, basti pensare che nel 2016 siamo stati proclamati Birrificio Italiano dell’Anno e che abbiamo ottenuto riconoscimenti straordinari a livello internazionale. I premi non sono però un punto di arrivo ma un grande stimolo a fare sempre meglio, impegnandoci al massimo giorno dopo giorno”. 

Fabbrica Birra Perugia non è solo una storia contemporanea di successo ma anche il recupero di una lunga tradizione cittadina. La fondazione del birrificio storico risale al 1875, quando aveva sede in alcuni locali di palazzo Silvestri, nella centrale via Baglioni, vicino ai depositi di neve ubicati nei sotterranei della Rocca Paolina e utilizzati all’epoca come primordiali frigoriferi per la maturazione e la conservazione della birra, fatta in appositi fusti di rovere. Il tutto prima di trasferirsi nei più ampi locali di via Oradina (oggi via Bartolo), che furono la sede della fabbrica fino alla fine degli anni ‘20, quando Birra Perugia cessa la sua attività. Un oblio durato per decenni e interrotto di recente, grazie a questo nuovo e avvincente progetto: “Ci piace pensare di essere la birra del territorio e siamo orgogliosi di rappresentarlo. Inoltre crediamo nel rapporto diretto con i nostri fan, motivo per cui vendiamo le nostre bottiglie direttamente al birrificio”.  

 

Condividi