La Sinistra per Perugia, nel corso degli anni, ha ripetutamente denunciato all’opinione pubblica un fatto grave e reale: il continuo e costante degrado della città e, in particolar modo, delle periferie.

In questi anni di amministrazione comunale di centro destra, Perugia si è trasformata, ma in peggio. Oggi rappresenta un esempio di scarsa lungimiranza politica, una concezione vecchia e minimale del vivere civile e dei rapporti sociali, ridotti sempre di più.

Il problema sicurezza, fra i tanti, rappresenta l’emblema di quest’amministrazione fallimentare: sei anni fa, la destra vinse le elezioni, anche, all’insegna della sicurezza e dello sviluppo. Ma, nonostante alcuni finanziamenti siano arrivati, niente è stato attuato.

Ricordiamo, a questo proposito, che gli ultimi mesi della passata legislatura la Giunta comunale passò mesi interi a illustrare, con conferenze stampa, assemblee con gli abitanti di Fontivegge, alcuni magnifici e alternativi piani di rinnovamento e ristrutturazione dell’intero quartiere, attraverso investimenti, e nuove occasioni sociali.

Oggi, di fronte all’aggravarsi della situazione, è stato mandato l’esercito a presidiare tutta la zona: la sua presenza è stata una risposta sbagliata a un problema serio e importante.

Alla domanda di sicurezza espressa dai cittadini, non si può rispondere con la camionetta dell’esercito, che non rimuove, per niente, le cause all’origine delle problematiche cittadine.

Le forze armate, non danno più sicurezza, al contrario esprimono l’immagine di una città in difficoltà che non riesce ad affrontare le nuove sfide dettate dalla difficoltà, dalla crisi, dalla globalizzazione, e dall’impoverimento dei livelli occupazionali. Creano, quindi, altra paura e insicurezza

Quello che serve a Fontivegge, e per l’intera città, è un nuovo, innovativo e fattibile progetto per Perugia.

La violenza, l’uso continuo e in aumento della droga, o dell’alcol, le aggressioni verso le donne, le rapine, sono tutti segnali di una deriva morale e politica che va arrestata, non con l’esercito, ma con i normali strumenti di democrazia.

Basta con nuove costruzioni e consumo del suolo, ma ristrutturazione delle vie e dei quartieri; basta con le aperture di super mercati in continuazione; occorre investire sui Beni comuni, sul ruolo politico e culturale della città con serie manifestazioni di alto spessore.

La Sinistra per Perugia ritiene, inoltre, che la via da seguire sia quella del controllo democratico del territorio: telecamere, agenti di polizia urbana, pulizia e manutenzione dei parchi e delle aiuole, la rimozione dell’immondizia in alcune strade e, soprattutto, interventi sul traffico cittadino, ormai fuori controllo, e sui parcheggi.

Bisogna cambiare il modello di sviluppo, dare nuove possibilità ai giovani: lavoro qualificato, corsi di formazione, favorire centri d’incontro e socializzazione, incentivi sostanziosi alla micro imprenditorialità, luoghi democratici di sport e d’incontri culturali.

E’ urgente toglierli dalla strada, dalle tentazioni di perseguire facili vie di guadagno e di effimera affermazione, poiché sembra che molti di loro abbiano perso ogni riferimento a valori positivi e democratici.

Le Istituzioni, le associazioni culturali e sociali, l’università, i sindacati e gli industriali, debbano farne un problema non più eludibile, pena l’impoverimento complessivo e il degrado sociale.

Le sfide della modernità, della globalizzazione, delle continue crisi economiche si affrontano in modo radicale e alternativo di concepire il governo della città, lo sviluppo e il vivere civile, praticando l’accoglienza, la solidarietà e salvaguardando l’ambiente.

Questo si ottiene se le classi dirigenti di questo paese e della città, riescono a cambiare i parametri di riferimento, dimostrando concretamente che questi anni di declino collettivo hanno insegnato loro qualcosa: occorre modificare la scala delle priorità.

 

Giuseppe Mattioli

La Sinistra per Perugia

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