di Ni.Bo.

MARSCIANO - Ogni giorno che passa il terremoto di Spina del 15 dicembre del 2009 è sempre più un terremoto dimenticato che ha messo in ginocchio oltre 400 persone. Dimenticato soprattutto dal Governo che non stanzia i denari per la ricostruzione pesante. Dopo incontri, parole e promesse, il sindaco Alfio Todini ha deciso di attuare una polemica destinata a farsi sentire anche a Roma. A Spina verrà montanta una tensostruttura  che ospiterà il sindaco Alfio Todini e alcuni uffici amministrativi.

“Il presidio – fanno sapere dal Comune di Marsciano – resterà attivo fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo della convocazione, da parte del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, di un incontro con Comune, Regione Umbria, Dipartimento di protezione civile e ministero del Tesoro per programmare lo stanziamento dei fondi da parte del Governo”.

La protesta prende spunto anche dalla decisione della Commissione Bilancio della Camera di bocciare l’emendamento alla manovra economica sullo stanziamento di 60 milioni di euro per la ricostruzione pesante nelle zone terremotate di Marsciano. La tensostruttura quindi sarà difesa ad oltranza fino a che non ci saranno certezze sui fondi del sisma.

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IL PUNTO

Il 15 dicembre del 2009 Marsciano venne interessato da un terremoto di magnitudo 4,2 in particolare nell'area nord del territorio e di alcuni comuni limitrofi. Danni consistenti sono stati rilevati ai borghi di Spina, San Biagio della Valle, Mercatello e S. Apollinare, piu' lievi in altri centri abitati della zona. Circa 600 persone costrette a lasciare la propria abitazione e tutt'ora, a quasi due anni dal sisma - ricorda il Comune -, non sono nelle condizioni di rientrarvi. Molte le attivita' commerciali e le aziende che hanno subito ''danni consistenti'' e, in alcuni casi, costrette a chiudere.

Nei mesi successivi, e a seguito di incontri tra Istituzioni locali, Dipartimento della Protezione civile e Governo, furono stanziati 15 milioni di euro per la prima emergenza e successivamente, con la manovra finanziaria dell'estate 2010, altri sei milioni (tre nel 2011 e altrettanti nel 2012). Con le risorse finora stanziate si e' provveduto a gestire la prima emergenza - spiega il Comune -, a garantire i contributi di autonoma sistemazione per le famiglie sfollate, a programmare e dare avvio alla ricostruzione leggera, i cui primi cantieri sono partiti questa estate.

Quello che resta fuori - si legge ancora nella nota -, per un ammontare complessivo di circa 90 milioni di euro, e certificato, in una ultima verifica, dallo stesso Dipartimento della Protezione civile, e' tutta la ricostruzione pesante, ovvero gli interventi piu' impegnativi sulle strutture piu' gravemente danneggiate e i Pir (Piani integrati di recupero) di Spina e Sant'Apollinare, due borghi medievali la cui parte storica, e di particolare pregio architettonico e artistico, e' stata resa completamente inagibile dal sisma. Nel corso dei mesi l'Amministrazione comunale, i cittadini e le forze politiche, economiche e sociali del territorio si sono attivate insieme alla Regione Umbria per sollecitare lo stanziamento dei fondi necessari alla ricostruzione pesante da parte del Governo.

Ai vari appelli si sono uniti anche molti parlamentari umbri con interventi in parlamento e presso il Governo. La Regione Umbria si e' resa disponibile, a fronte di un impegno formale del Governo, ad accendere mutui per anticipare le risorse necessarie. La stessa Regione Umbria si e' impegnata a compartecipare alle spese con uno stanziamento di 15 milioni di euro, come richiesto dal decreto Milleproroghe. ''A fronte di tutto questo dal Governo - sottolinea il Comune - sono venute solo parole e rassicurazioni, quelle si', tante, su un interessamento al problema.

Da ultimo si registra la bocciatura, da parte della Commissione Bilancio della Camera, dell'emendamento all'attuale Manovra finanziaria che prevedeva lo stanziamento di 60 milioni di euro necessari a garantire quella parte di ricostruzione pesante che riguarda le abitazioni private e gli edifici adibiti ad attivita' produttive e commerciali. Sebbene si prenda atto che un emendamento all'attuale Manovra avrebbe determinato non pochi problemi tecnici e politici, risulta del tutto inspiegabile il silenzio circa la richiesta fatta al Governo e condivisa dallo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, per un incontro urgente nel quale programmare risorse e tempi per la ricostruzione''.
 

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