100 PASSI VERSO IL 21 MARZO.

Un professionista estraneo a qualsiasi condizionamento, privo di ogni compiacenza verso i gruppi di potere collusi con la mafia e capace di fornire all’opinione pubblica importanti strumenti di analisi dei mutamenti in atto all’interno di Cosa Nostra: questo era Mario Francese, cronista di “nera” del Giornale di Sicilia che fu ucciso dalla mafia a Palermo il 26 gennaio 1979 e a cui è dedicato il Presidio Libera Valle Umbra.

Di Mario Francese, “una delle menti più lucide del giornalismo siciliano”, si parlerà il 30 gennaio 2016, alle ore 17, nella Sala della Conciliazione del Palazzo Comunale di Assisi, per ricordarlo insieme al figlio Giulio a trentasette anni dalla sua morte.

Protagonista della cronaca giudiziaria e del giornalismo d’inchiesta della Sicilia, Mario Francese rappresentava un pericolo per la mafia emergente, per la sua “straordinaria capacità di operare collegamenti tra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza, e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità sulle linee evolutive di Cosa nostra, in una fase storica in cui oltre a emergere le penetranti e diffuse infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti e dell’economia, iniziava a delinearsi la strategia di attacco di Cosa Nostra alle istituzioni”.

Nel 1979 ebbe inizio l’assalto dei corleonesi al vertice di Cosa Nostra, governato da Stefano Bontade e Tano Badalamenti. Mario Francese fu il primo a capire la ferocia e la sete di potere, la scalata e le alleanze, gli affari e la mutazione genetica di Cosa Nostra. La sua morte aprì la stagione dei delitti eccellenti: all’assassinio di Francese seguirono il segretario provinciale della Dc Michele Reina, il capo della Mobile Boris Giuliano, il giudice Cesare Terranova, il presidente della Regione Piersanti Mattarella.

L’incontro sarà introdotto dai ragazzi della Radio Web Gel (Giovani e legalità) del Convitto Nazionale di Assisi, che presenteranno una serie di interviste sulla percezione della mafia nel territorio assisano.

Sarà poi Giulio Francese, anche lui giornalista, a ricordare il padre e a ricostruire il contesto nel quale maturò a Palermo l’omicidio di un giornalista scomodo, raccontando al contempo la storia di un’intera famiglia spezzata dalla violenza mafiosa.

A chiusura dell’iniziativa, Walter Cardinali, coordinatore regionale di Libera Umbria, parlerà della mafia, i cui tentacoli si allungano anche sulla nostra regione. Mafia non solo intesa come esistenza di famiglie criminali (Cosa Nostra, camorra, ’ndrangheta), ma anche come presenza sempre più diffusa di un sistema di complicità e di reti di rapporti, a garanzia di privilegi e interessi comuni, che non agisce nell’interesse della società.

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