Lettera aperta di Mario Boyer* alla Segretaria Naz. Cgil.

Il 15 Ottobre a Roma le bandiere della Cgil non c’erano. Nella grandiosa e stupenda manifestazione romana che sfilava da Piazza Esedra verso Piazza S. Giovanni illuminata da una luce solare cristallina e schietta come le parole d’ordine democratiche della stragrande maggioranza dei partecipanti, per lo più giovani e politicamente belli, c’erano un’infinità di simboli di formazioni politiche, associazioni e raggruppamenti sociali di chiara ispirazione democratica, tranne che le bandiere e i simboli della mia Confederazione.

Credo che la non adesione della Cgil sia stato un grave errore per tante ragioni non solo politiche e democratiche, ma anche squisitamente sindacali. Mi imito ad osservare: non c’era forse al centro della manifestazione il diritto al lavoro, la sicurezza e la dignità del lavoro? Non c’erano forse in piazza alcune centinaia di migliaia di giovani precarizzati a vita, disoccupati, inoccupati che chiedevano rappresentanza politica e sindacale?

La presenza in piazza della Fiom, per quanto visibile e altamente significativa, come pure la partecipazione al corteo dei compagni e compagne aderenti alla CGIL che vogliamo, non attenuano la gravità della defezione della Confederazione agli occhi sia degli indignados italiani e di tutto il mondo. La Cgil non è surrogabile da alcuno. O c’è o non c’é. Il 15 ottobre non cera.

Credo che la Segretaria nazionale della Cgil sia in obbligo di una risposta del perché abbia voluto mantenersi distante dalla piazza, non tanto a me, per quanto sia oggi io a chiederlo formalmente, ma a quelle migliaia di giovani lavoratori e/o studenti che il 15 sono scesi, magari per la prima volta, sul terreno della lotta per guadagnarsi un futuro umano e civile negato dai poteri che dominano il sistema economico-sociale mondo.

Credo, più in generale, che la Cgil nazionale debba decidersi ad uscire dal recinto autoreferenziale in cui si è da alcuni anni autosequestrata al rapporto diretto con tanta parte del mondo del lavoro, a partire dalle nuove generazioni di lavoratori e lavoratrici. Nessuno è eterno per destino. C’erano una volta il Pci, il Psi, e ora non ci sono più. La Cgil sempre di più dovrà guadagnarsi la continuazione nel tempo futuro della sua effettiva presenza politica e organizzativa nello scenario della storia sociale, politica e democratica del nostro Paese.

Il 15 ottobre può essere stato, per così dire, un incidente di percorso. Il problema dello stare dentro o fuori dai movimenti democratici si ripresenterà in ogni caso a brevissimo.

Compagna Segretaria, rassicuraci che noi staremo dentro e non fuori.

Cordialmente e fraternamente.

Mario Boyer
Fonte: La Cgil che vogliamo

 

Condividi