PERUGIA - “Stralciare le norme del decreto che incidono in modo arbitrario sulla autonomia delle Regioni e degli enti locali e affrontare questi temi nell’ambito di un apposito tavolo fra Governo, Autonomie locali e Regioni da convocare al più presto”.

È la proposta avanzata dall’assessore regionale al bilancio dell’Umbria Gianluca Rossi, e accolta dai colleghi delle altre Regioni, nella riunione della Commissione affari istituzionali della Conferenza Stato - Regioni che oggi ha preso in esame il Decreto 138 del Governo sulla manovra correttiva dei conti pubblici.

Durante l’incontro, Rossi ha evidenziato i diversi profili di incostituzionalità della manovra e le altrettanto gravi violazioni dell’autonomia delle Regioni e degli enti locali in gran parte degli articoli del provvedimento, tra cui le parti riguardanti le liberalizzazioni e la libertà di impresa. Per Rossi il decreto non semplifica affatto lo scenario istituzionale, ma crea fattispecie giuridiche nuove come le unioni municipali che – per l’assessore, “non sono né fusioni di Comuni nè unioni di Comuni, mettendo in grave discussione anche la rappresentanza democratica e politica di comunità che perderebbero in questo modo anche il pluralismo politico”.

“Nel caso dell’Umbria – ha poi aggiunto Rossi - l’abolizione delle Province con popolazione inferiore ai 300mila abitanti creerebbe l’assurda situazione di un intero territorio regionale coincidente con una sola Provincia, fra l’altro sottovalutando la necessità di uno status diverso per la città di Terni (41esima città italiana e settima del centro Italia) e di tutte le città con popolazione superiore a 100.000 abitanti”.

L’assessore ha infine ricordato come la stessa Ragioneria generale dello Stato abbia evidenziato che la riduzione dei costi della politica derivante dall’abolizione di Province e Comuni incida in modo irrisorio sui conti pubblici. “Basta questo a far comprendere lo spirito demagogico di alcuni provvedimenti”.
 

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