Da rassegna.it

ROMA - E’ durata appena due giorni, la norma sulle pensioni decisa al vertice di Arcore, quella che prevede la cancellazione ai fini del calcolo dell'anzianità del riscatto degli anni di laurea e del servizio militare (validi solo per determinare l'importo dell'assegno).

La decisione è stata presa in un incontro al ministero dell'Economia con i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e della Semplificazione Roberto Calderoli. L’argomento sarà all’ordine del giorno dell’odierno vertice di maggioranza e del consiglio dei ministri di giovedì 1 settembre.

Secondo quanto riferiscono fonti del Tesoro alle agenzie di stampa, la manovra cancellata potrebbe essere sostituita con nuove misure di lotta all'evasione fiscale. L'operazione compenserebbe le risorse, circa 1,5 miliardi di euro tra il 2013 e il 2014, che sarebbero arrivate dalla norma sulle pensioni. I tecnici del Tesoro punterebbero soprattutto a un rafforzamento dei poteri dei Comuni. Le agenzie riferiscono, inoltre, che è possibile siano riviste al rialzo le stime sul gettito della Robin Hood tax.

Ma non è detto che una pessima norma ritirata in fretta e furia non sia sostituita da una ancora peggiore. Come hanno osservato in molti, infatti, i conti non tornano. Le modifiche alla manovra finanziaria varate nell'incontro di Arcore tra Lega, Pdl e Tremonti, non rispettano l’invarianza dei saldi. C'è chi dice che mancano 4 miliardi, chi arriva a 7, mentre sono 5 secondo la ragioneria dello Stato, ma tutti concordano sul fatto che con le modifiche apportate - l'accantonamento del contributo di solidarietà, la riduzione dei tagli agli enti locali, la rinuncia all'ipotesi Iva - i saldi previsti (45 miliardi) non possono essere rispettati.

E allora, per recuperare quanto lasciato per strada, la maggioranza starebbero vagliando nuove ipotesi. Che in realtà tanto nuove non sono: ulteriori ritocchi alle pensioni e innalzamento dell'Iva. Il come e il quando lo si stabilirà nei prossimi giorni. Ad ammettere la necessità di rivedere l'intesa siglata appena 24 ore fa è la Lega che sceglie la Padania per spiegare che "serve un'ulteriore riflessione" proprio sul capitolo previdenziale.

Siamo al caos: con l'opposizione che attacca su più fronti. Massimo D'Alema, presidente del Copasir, fa notare che "in un Paese civile le decisioni si prendono nelle sedi istituzionali, non a casa di Berlusconi". Mentre Anna Finocchiaro osserva che "il governo non ha ancora tradotto in emendamenti quelle che ha spacciato come solenni decisioni assunte ieri ad Arcore".

Per il presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, "per enti locali e regioni è del tutto insufficiente ciò che emerge dalle anticipazioni. Se noi sommiamo, come dobbiamo fare, le tre manovre che riguardano enti locali e regioni - ha proseguito Errani - il taglio supera abbondantemente il 60 per cento e rende oggettivamente impraticabile la gestione dei servizi e delle politiche territoriali".

Nel frattempo, Bankitalia e la Corte dei Conti avvertono: c'è il rischio stagnazione. L'aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull'economia", sottolinea il vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso dell'audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Mentre per la magistratura contabile, "il ricorso prevalente alla leva fiscale, quasi 3/4 della manovra e in particolare le modalità degli interventi, determinano la compressione del reddito disponibile e accentuano i rischi depressivi".

Anche l'Anm va duramente all'attacco delle misure annunciate ad Arcore: "Il contributo di solidarietà imposto dalla nuova manovra finanziaria ai soli dipendenti pubblici è "incostituzionale", spiega il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, sottolineando che "è nelle tasche dei criminali che il governo deve mettere le mani, non in quelle dei 'soliti noti', i dipendenti pubblici". 

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