PERUGIA - "L'aumento dell'Iva a cui il governo sta lavorando non andra' certamente nella direzione di stimolare il mercato interno e la ripresa. Avra' invece, come abbiamo piu' volte sostenuto, ulteriori e inevitabili effetti depressivi sui consumi, poiche' l'incremento dei prezzi che da essa deriverebbe ridurra' non solo i redditi ma anche lo stock di risparmi accumulato dalle famiglie". Lo sottolinea il direttore della Confcommercio della provincia di Perugia, Vasco Gargaglia, lanciando l'allarme sullo stato del settore distributivo in Umbria.

"I dati resi noti oggi dall'Ufficio Studi di Confcommercio - afferma - non fanno che confermare nei fatti la situazione difficilissima che vive oggi il comparto del commercio in Umbria. La nostra regione, infatti, e' tra le 17 regioni su 20 che rischiano di registrare un livello dei consumi inferiore rispetto a quello del 2000, con pericolosi scivoloni verso le aree meno dinamiche della penisola".

Secondo Gargaglia, "le nostre stime dimostrano che, dopo la recessione del biennio 2008-2009, l'uscita dalla crisi e' troppo lenta. Siamo in presenza, insomma, di indicazioni di netta difficolta' del settore, rispetto al quale non vediamo interventi in alcun modo correttivi".

Oltre all'intervento sull'Iva, Gargaglia si oppone anche alla liberalizzazione delle aperture e degli orari dei negozi, che, sostiene, "avra' inoltre come risultato certo solo l'aumento dei costi per le attivita' commerciali, senza alcun vantaggio per i consumatori".
 

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