Marica, mamma separata e con due figli di cui uno disabile, è stata buttata fuori da Ikea dopo 17 anni di lavoro.
Perchè all'ennesimo cambio di mansione le veniva richiesto di anticipare l'orario d'inizio turno alle 7, cosa che lei NON POTEVA fare per accompagnare suo figlio a fare delle terapie, abitando a 40 km dallo stabilimento.

E' possibile in un paese civile uno scempio del genere? Quale libertà di lavoro, può avere una donna lavoratrice con una situazione familiare complicata? Un'azienda che tratta i propri dipendenti in questo modo, può essere considerata un opportunità per il territorio in cui esercita? Assisteremo alle stesse cose a Perugia, dove stanno aprendo l'ennesimo maxi-store IKEA?
Visto questo precedente, a quale Italia stiamo andando incontro e quale futuro per i nostri giovani?

Riferimenti:

Repubblica:
https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/12/news/mamma_licenziata_ikea_corsico_milano_giudice_conferma-211476415/

Corriere della Sera:
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_novembre_12/milano-confermato-licenziamento-mamma-dipendente-dell-ikea-3a149a4a-e692-11e8-b579-7cd18decd794.shtml

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