CITTA' DI CASTELLO - Inaugurata la Comunità-Alloggio di Muzi Betti a Città di Castello. La struttura accoglierà i disabili adulti senza rete parentale dell’Alto Tevere Umbro. Tante le autorità ed i cittadini che hanno partecipato al taglio del nastro di questa nuova ala delle Opere Pie, progettata con criteri all’avanguardia sin dalla tinteggiatura.

Negli spazi sono state ricavate sei camere con due letti ciascuna, dotate di attrezzature di ultima generazione in fatto di multimedialità ed automazione. Entrerà in funzione da subito con gli ospiti di Muzi Betti che rientrano nella tipologia della Comunità-Alloggio. E tra qualche mese anche i soggetti ricoverati in centri esterni potranno tornare a casa. Il progetto costato circa 300mila euro è stato finanziato con proprie risorse della Muzi Betti e per circa 60mila euro dal Lions, che ha coinvolto in questa realizzazione anche la Fondazione Lion International, organismo che riunisce 45mila soci in duecento paesi e che prima di ora non aveva mai investito nel territorio tifernate. Il sodalizio era presente alla cerimonia con il club locale e il Governatore del Centro Italia Gianfranco Fuduli.

“Muzi Betti ha storicamente assolto la missione dell’accoglienza per le persone che di volta in volta si sono trovate ad essere gli anelli deboli della catena” ha dichiarato il presidente dell’Opera Pia Marco Savelli, presente insieme al Consiglio di Amministrazione “La Comunità alloggio è una risposta di primo livello verso i disabili che non posso contare su una rete di protezione e sostegno, perché progettata in base a precisi standard socio-sanitari e inserita in un contesto altamente professionalizzato. Naturalmente senza le istituzioni la Comunità Alloggio non sarebbe diventata una realtà. Comune, Regione e Provincia hanno seguito e sostenuto il nostro percorso nelle diverse fasi di avanzamento e con l’apertura di questo servizio l’Opera Pia si colloca all’avanguardia nel sistema umbro, integrando la sua offerta sia in termini numerici che di funzionalità. Ma il complesso patrimonio edilizio di Muzi Betti annovera tra i suoi immobili anche lo Specchio dove sono state vissute importanti esperienze terapeutiche ed umane nell’ambito della malattia psichiatrica. Propongo alle istituzioni e a tutti i soggetti competenti di riunirci intorno ad un tavolo per far rivivere lo Specchio, aggiornando gli spazi di cura e di ricerca e continuando la vocazione coraggiosa dell’Umbria verso queste patologie”.

In rappresentanza dell’Amministrazione comunale era presente il vicesindaco Michele Bettarelli e l’assessore ai Servizi sociali Andreina Ciubini, la quale ha sottolineato “l’importanza di un servizio che si occupa di una domanda emergente dando risposte competenti. Il welfare per sopravvivere deve selezionare i suoi obiettivi e ottimizzare le risorse attraverso gestioni sostenibili, che non chiedano all’ente pubblico quello che non può dare. Disabilità e non autosufficienza sono campi su cui lo Stato, per incidenza e diffusione dei casi, dovrà continuare ad essere presente attraverso centri specialistici e d’eccellenza. In questo senso la Comunità-Alloggio si colloca dentro un quadro di responsabilità sociale e razionalità economica, senza rinunciare alla qualità”.
L’assessore alle Politiche agricole della Regione Umbria Fernanda Cecchini ha parlato “di un progetto innovativo e vicino alle istanze che muovono da una società straordinariamente longeva” sottolineando “il grande concorso di soggetti, pubblici e privati, a partire dalle istituzioni locali e dalla Asl, nel raggiungere questo obiettivo comune a tutto il territorio”.

In rappresentanza della Provincia, l’assessore Domenico Caprini ha ribadito “la lungimiranza nello scegliere un servizio prima non presente sul territorio. Mi sembra che la Comunità-Alloggio assolva sia il parametro amministrativo della buona gestione sia il parametro ideale della qualità della vita, che è proprio di una sanità pubblica e universale”.

Il direttore generale della Asl 1 Andrea Casciari ha spiegato il ruolo della struttura nell’ambito del settore socio sanitario, parlando di “un progetto che si inserisce organicamente nella programmazione della azienda e che permetterà di elevare gli standard delle prestazioni in un regime di riduzione delle spese. La sanità pubblica deve confrontarsi e rispondere con flessibilità alla domanda sociale di salute. Su questo piano la collaborazione, la sinergia e il coordinamento con altri soggetti, sia istituzionali che volontaristici, rimane fondamentale. Entro luglio pensiamo di inserire i primi ospiti ora in esterno”.

Dopo il saluto del vescovo mons. Domenico Cancian, è intervenuto il presidente del Lion Moreno Pacchiarotti: “Ci siamo impegnati a fondo nel progetto Mai soli che ha coinvolto la presidenza di Gianfranco Godioli, sotto cui ha preso il via, la presidenza di Arveno Joan, e l’attuale. La valenza è stata riconosciuta anche a livello internazionale. Questo risultato fa onore al nostro club, che ha come priorità il servizio, ma anche al nostro territorio, nel quale sorge una struttura, di cui a livello mondiale è riconosciuta la valenza. Su questo punto abbiamo superato i confini regionali, coinvolgendo anche i clubs limitrofi e soggetti privati”. Complimenti e apprezzamento per la Comunità-Alloggio sono stati espressi dal governatore del distretto Centro Italia del Lion, Gianfranco Fuduli, per il quale “il progetto è pienamente in linea con lo spirito del sodalizio e conferma la forte impronta sociale del club. La continuità con cui tre presidenze hanno collaborato convergendo su un obiettivo testimonia la bontà dell’iniziativa, perché copre un segmento di welfare emergente. Il Lion di Città di Castello dunque ha meritato il leone, riconoscimento concesso per grandi opere meritorie, lavorando per migliorare la qualità della vita e dei servizi dei propri concittadini. Su questo fronte, la passione e l’entusiasmo dei soci tifernati sono stati trascinanti anche per la Fondazione Internazionale, che sposato questo progetto-pilota”.

Tra le innovazioni della Comunità - Alloggio, la scelta dei colori dell’intonaco sia esterno che interno, curati dall’esperto Franco Pasqualoni, docente dell’Università di Perugia, che ha progettato gli ambienti da un punto di vista cromatico in collaborazione con il Settore Lavori Pubblici del Comune ed in particolare con il dirigente Paolo Gattini. Un padiglione è stato dedicato dal Lion al loro socio Enrico Cesarotti, recentemente scomparso di cui era presente la vedova e che tanto si era speso per la Comunità come referente per la Fondazione Internazionale. La platea inoltre ha tributato un commosso applauso di saluto a Giuliano Paganelli, rappresentante dell’associazione Cofad.
 

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