MAGIONE – Una rete che unisca tutti i diversi settori della società civile è alla base del protocollo d’intesa, per la realizzazione di un programma di azioni integrate contro la violenza e il maltrattamento nei confronti delle donne, firmato ieri pomeriggio, martedì 19 febbraio, a Magione dalla presidente del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanese; dai sindaci di Magione, Massimo Alunni Proietti; Città della Pieve, Riccardo Manganello; di Tuoro sul Trasimeno, Mario Bocerani; dall’assessore alla cultura del Comune di Castiglione,Ivana Bricca e dal direttore dell’ASL Umbria 1 distretto del Trasimeno, Simonetta Simonetti. Presenti l’assessore del comune di Magione, Monica Paparelli, tra le promotrici dell’iniziativa per il lago, il dirigente scolastico Giuseppe Materia, presidenti di associazioni, tra cui Mario Mariuccini del CSA, consiglieri dei Comuni che hanno aderito.
Tra le azioni prioritarie previste dal protocollo  vi sono la sensibilizzazione e monitoraggio del fenomeno sul territorio, l’informazione negli istituti scolastici e nei confronti delle associazioni del mondo dello sport e delle associazioni giovanili in genere; la collaborazione per la prevenzione e il contrasto del maltrattamento, violenza e abuso sessuale verso le donne e i loro figli minori ed interazioni tra i diversi servizi sociali, socio-sanitari, sanitari, le associazioni di volontariato presenti nel territorio e  il “Telefono Donna” del Centro Regionale per le Pari Opportunità; la promozione di azioni formative a sostegno per operatori dei servizi e di volontari; studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura protetta sul territorio per l’accoglienza di donne vittima di violenza domestica e loro figli minori che si trovano a vivere situazioni particolarmente a rischio.
«Un protocollo che chiama in causa scuole, associazioni di volontariato, forze dell’ordine accanto alle istituzioni già preposte ad occuparsi di questi gravi fenomeni, perché ognuno è all’interno di un sistema che può offrire il suo contributo sia nel denunciare il fenomeno sia nel supportare chi ne è stato vittima» – ha affermato il sindaco di Magione, Massimo Alunni Proietti nel dare lettura dei punti più salienti del documento.
Concetto ribadito anche dalla presidente del Centro per la Pari Opportunità, Daniela Albanese che, nel suo intervento, ha evidenziato la necessità che «tutti i diversi soggetti impegnati nel seguire casi di violenza: psicologica fisica o sessuale, seguano un percorso di formazione affinché tutti usino una stessa metodologia». La presidente ha quindi riportato alcuni dati del fenomeno in Umbria, raccolti attraverso il Telefono Donna, unico strumento attualmente a disposizione per denunciare atti di violenza. «Nel 2003 le denunce sono state 250, nel 2012 457 a febbraio 2013 siamo già a 151. Non credo che questo sia da riportare ad un aumento delle violenze – ha commentato l’Albanese – credo piuttosto ad un aumento di consapevolezza delle donne e la certezza di un servizio che può aiutarle ad uscire dalla situazione drammatica in cui vivono».

La questione della formazione e della rete è stata rimarcata anche dal direttore del Distretto del Trasimeno, Simonetta Simonetti, che ha posto l’attenzione sui scarsi fondi a disposizione e, da qui, la necessità di un coinvolgimento dei diversi operatori «compresi medici di base, pediatri e personale del Pronto soccorso spesso i primi ad entrare in contatto con donne o bambini che hanno subito qualche forma di violenza».
Il sindaco di Città delle Pieve, Riccardo Manganello, ha auspicato un’adesione futura da parte  di chi, al momento, non ha sottoscritto il documento.

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