PERUGIA - Secondo il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, "serve una rivoluzione morale contro tutte le mafie". Lo ha detto nel corso di una lezione nella facoltà di Scienze politiche dell'università di Perugia sul tema “La giustizia, lo Stato, le mafie”.

Una rivoluzione morale, ha spiegato “contro le istituzioni che tolgono la libertà di pensiero, contro tutte le classi dirigenti che, anziché servire le istituzioni, se ne servono per fare profitto personale, per soddisfare il loro rapace appetito, contro tutti coloro che fanno diventare la discrezionalità legge”.

Rivolgendosi agli studenti ha sottolineato che "bisogna scegliere da che parte stare, dire no alla mafia, ma anche a ogni collusione e compromesso. Io - ha concluso - rappresento l'antimafia della repressione ma serve anche un'antimafia della speranza".

"C'e' una legge sulla corruzione allo studio in Parlamento, io ho già fatto audizioni in cui ho rappresentato queste cose. Occorre la volontà politica, trovare l'accordo per poter andare avanti in questo senso", ha poi aggiunto a margine della conferenza.

Grasso ha anche sottolineato come “oggi si è notato un sempre maggiore collegamento tra criminalità organizzata e corruzione: nelle zone del Sud dove la criminalità organizzata non ha bisogno di pagare è uno scambio di favori, è una intimidazione ambientale che riesce a ottenere quello che serve. Invece, quando si sposta in contesti ambientali non conosciuti allora usa piuttosto il metodo della corruzione: questo è stato già compreso in Europa, speriamo che venga compreso anche in Italia con una legge che possa prevenire da un lato, ma anche reprimere con metodi efficienti”.

“Anche perché - ha aggiunto - non dobbiamo dimenticare che la corruzione è un reato senza vittime, non ci sono denunce, è un accordo tra due soggetti puniti allo stesso modo, quindi è sempre difficile che uno dei due soggetti si autodenunci per denunciare l'altro”.

Più nello specifico, Grasso ha detto di pensare al “cosiddetto traffico d'influenza, nel senso - ha spiegato - che un pubblico ufficiale deve essere punito per il fatto che devia dalla sua funzione pubblica e poi - ha concluso - occorrerebbe cercare di sanzionare anche la corruzione tra privati”.
 

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