Mafia /Cardella: a Terni nessun allarmismo, ma non abbassare guardia
PERUGIA - ''Non si deve confidare solo su magistratura e forze dell'ordine nella lotta alle infiltrazioni mafiose in Umbria, quindi contiamo sull'aiuto che la commissione d'inchiesta del consiglio regionale potra' darci. Per quanto riguarda il territorio ternano, sono pochi i provvedimenti giudiziari al riguardo, ma questo non puo' far escludere che ci siano fenomeni sommersi da far emergere. Non dobbiamo enfatizzare per non creare allarmismi, ma nemmeno minimizzare i fenomeni, perche' si abbasserebbe la guardia. Il territorio di Terni e provincia e' ancora una zona 'felice', dove si puo' facilmente 'restare nell'ombra', quindi occorre un alto livello di sorveglianza e attenzione'': questi alcuni passaggi dell'intervento del procuratore della Repubblica di Terni, Fausto Cardella, nel corso dell'audizione odierna nella commissione d'inchiesta di Palazzo Cesaroni sulle infiltrazioni criminali in Umbria.
Cardella - riferisce un comunicato della Regione - ha detto che a Terni si registra una ''cospicua'' presenza di soggetti che per provenienza geografica, parentele o precedenti si richiamano a famiglie di Campania, Calabria e Sicilia, i quali svolgono attivita' lecite ma potrebbero costituire, all'occorrenza, possibili appoggi per altre attivita'.
''Il prefetto ha disposto controlli su cave e cantieri - ha reso noto il procuratore - che hanno portato ad accertare la presenza di numerosi lavoratori a cottimo dalle piu' disparate provenienze geografiche. Tali controlli hanno dato esito positivo, non facendo emergere situazioni significative, ma non possiamo abbassare la guardia. Inoltre nel carcere di Terni ci sono presenze 'importanti', che comportano flussi di arrivi di visitatori, amici e parenti che spesso si installano in zona, generando altre situazioni a rischio, che comunque si possono risolvere, se necessario, con il trasferimento del detenuto''.
Parlando del riciclaggio di denaro, Cardella ha detto che ''si ha la quasi certezza dell'esistenza del fenomeno, ma non le prove tangibili. E' un reato di difficile accertamento, ma non vuol dire che non ci sia. Le banche segnalano i movimenti di denaro piu' consistenti e noi facciamo accertamenti ma, al momento, non ci sono reati. L'usura e' un canale privilegiato per il riciclaggio, in quanto reato tipicamente sommerso, difficile da scoprire se non ci sono denunce, ma non e' detto che sia sempre sintomo di infiltrazione mafiosa, essendo un fenomeno antico. Nel nostro territorio non registriamo la presenza di associazioni criminali, che sono situate altrove, semmai di alcune propaggini di esse''.
Il presidente della commissione d'inchiesta del consiglio regionale, Paolo Brutti (Idv), ha assicurato ''il massimo impegno delle istituzioni nel cercare di fornire strumenti utili alla causa, a cominciare dal monitoraggio sul fenomeno del riciclaggio e dalla possibilita' di intensificare il sequestro dei beni, ipotesi gia' discussa con il Procuratore di Perugia, Giacomo Fumu, seppure tale ipotesi possa divenire concreta solo in presenza di denunce''.
Per Cardella ''sarebbe utile assicurare la riservatezza del denunciante o far abbassare la soglia entro la quale si possa controllare la provenienza del denaro. Il problema di certe operazioni e' proprio il contante: sarebbe meglio far lasciare tracce, attraverso carte di credito e assegni''.
I componenti della commissione (Gianluca Cirignoni, Vincenzo Riommi, Orfeo Goracci e Maria Rosi) hanno allargato la discussione ad altre tematiche connesse alle infiltrazioni criminali in Umbria. E' emerso che a Terni lo spaccio di sostanze stupefacenti e' consistente, ma non avviene nel centro della citta'. Ci sono canali di ingresso per lo piu' stranieri, ma non un controllo ''centralizzato'' del mercato della droga. Secondo Cardella, non c'e' una gestione unica. Non e', invece, particolarmente rilevante il fenomeno della mafia cinese: tale comunita' rappresenta un ''circolo chiuso - ha detto Cardella -. Non denunciano nulla, non danno fastidio ne' si segnalano episodi di risse''.
Il lavoro della commissione d'inchiesta proseguira' con le ultime audizioni programmate, quindi, al termine dell'estate, entrera' nella seconda fase, quella propositiva, con il coinvolgimento di tutto il consiglio regionale nella ricerca degli strumenti normativi piu' adeguati per sostenere le richieste emerse negli incontri con magistrati e forze di polizia.
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