di Vanni Capoccia

Il volto della “Madonna della Consolazione” del Perugino era nel manifesto della mostra che Perugia gli dedicò, scelta appropriata perché dipinta tra il 1496 e il 1498 per la Confraternita dei disciplinati di Santa Maria Novella in Porta Sant'Angelo (ora san Benedetto dei condotti) mentre Pietro lavorava al Collegio del Cambio. Emblematica, quindi, dell'inizio del suo nuovo periodo perugino quando, rendendosi probabilmente conto che avrebbe faticato a stare al passo delle novità che vedeva nascere a Firenze, aprì carico di gloria bottega anche a Perugia.

Nella pala, incorniciata da un'antica cornice intagliata e dorata, su un alto scranno di legno siede la Vergine col Bambino. Dietro un sereno paesaggio umbro, l'azzurro d'un lago, una città e i monti digradanti al largo. In alto due angeli. Ai lati, rimpiccioliti, tre confrati per parte con una Madonna col bambino ricamata nel saio alla quale avranno chiesto a Pietro d'ispirarsi. Ai suoi piedi una specie di piatto tondo, ricorda quelli che utilizzano gli artisti di strada per chiedere spicci e, forse, voleva indurre a fare lo stesso.

Il Bambino e il volto della Madonna, eburnei, sembrano quasi di ceramica, effetto probabilmente ottenuto per l'uso nel dipingere di polvere di vetro mischiata ai colori, mentre nell'insieme il “disegno chiaro e ben definito, i colori perfettamente calibrati, la luce calda e avvolgente confermano il raggiungimento [...] di una grande serenità nelle composizioni” (Vittoria Garibaldi).

I Disciplinati fecero il passo più lungo della gamba commissionando l'opera a uno dei più costosi artisti italiani. Per soddisfarlo dovette intervenire il Comune che in seguito si accollò pure le spese per l'oratorio che vollero per custodirla la cui forma è ancora percepibile dall'esterno. Ed è significativo che quel luogo nato a fini religioso caritatevoli nel tempo abbia continuato a svolgere per gli abitanti del borgo una funzione sociale come probabile sede della Società di mutuo soccorso di porta sant'Angelo confluita poi in quella di Perugia, per diventare nel dopoguerra “Casa del popolo Pci-Psi”, continuando ora a disposizione della vita associativa del borgo.

Questo continuo filo sociale già dovrebbe rendere la Madonna di Pietro Vannucci cara ai perugini, ma ciò che davvero induce tenerezza verso di lei è che un confratello l'ha  nascose in casa durante le requisizioni napoleoniche. Chissà che paura avrà avuto nel tenersela e che felicità provò e provocò nei confratelli quando scampato il pericolo la tavola del Perugino tornò a far bella mostra di sé nell'altare della Confraternita.

È grazie a lui se la “Madonna della Consolazione” è ora alla Galleria Nazionale dell'Umbria e non ha fatto la fine di altre due pale del Perugino il “Matrimonio della Vergine” rimasto in Francia o la “Pala dei Decemviri” rimasta a Roma una volta restituita, ma passò all'oratorio di san Pietro martire con il quale i Disciplinati si fusero e che noi possiamo vederla alla Galleria Nazionale dell'Umbria.
E la gratitudine non può non estendersi ai confratelli dipinti dal Perugino con la Madonna col Bambino ricamata nel saio che la vollero, la lasciarono in buone mani facendola arrivare fino a noi per la nostra consolazione.

Fonte: Facebook

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