Mèry, la bella che amò Manet artista tormentato, ribelle e scandaloso
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Questa opera - un pastello su tela - è stato dipinto da Édouard Manet (1832-1883).
Il quadro raffigura una donna, identificata in Méry Laurent, all’epoca (1878) amante dell’artista e nota demi-mondaine del tempo. Mèry - al secolo Anne-Rose Louviot (1849-1900), alta, capelli biondi, occhi azzurri - si sta insaponando, ma nel contempo si gira, accorgendosi della presenza del compagno.
L’opera, rimasta per decenni in collezioni private, venne acquistata una cinquantina d’anni fa dallo Stato francese, per il Louvre. Ora è esposta al museo d’Orsay.
Manet - che aveva scandalizzato il mondo parigino con “Colazione sull’erba” e “Olympia” - viene considerato il precursore dell’impressionismo.
Figlio di un alto funzionario dello Stato e dunque di famiglia dell’alta borghesia, ebbe una vita tormentata e ribelle (fece anche il mozzo, in marina). Nel 1863 sposò Suzanne Leenhoff. Nel 1870 prese parte alla Comune di Parigi. Morì, per le conseguenze della sifilide (come il padre), proprio nel momento in cui aveva cominciato a ricevere importanti riconoscimenti (ottenne la Legion d’onore). Gli furono riservati funerali solenni ed il feretro venne portato a spalla da personaggi celebri (tra i quali Emile Zola e Claude Monet).
Mery continuò a portare sulla tomba dell’amato fiori di lillà.
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