Un’interrogazione parlamentare per sapere quali interventi il Ministro dello Sviluppo Economico intende assumere ed attivare, attraverso il costituito tavolo ministeriale, al fine di accelerare la procedura del progetto industriale Novamont-Basell e nel contempo assicurare ai lavoratori la salvaguardia del reddito attraverso gli ammortizzatori sociali. A siglarla, i deputati umbri del Partito Democratico – Trappolino, Sereni, Bocci, Verini - e altri colleghi sempre del PD membri della Commissione Attività Produttive – Vico e Froner - preoccupati della piega che l’intera vicenda sta assumendo in queste ore, specialmente dopo il rifiuto della multinazionale di concedere la proroga della Cassa Integrazione Guadagni.

“La posizione di intransigente diniego di LyondellBasell in merito alla proroga della CIG – ha detto Carlo Emanuele Trappolino, primo firmatario dell’interrogazione – non soltanto è poco comprensibile ma rischia di determinare una situazione di fortissima tensione sociale. Abbiamo chiesto l’intervento del Ministro Corrado Passera perché il Polo Chimico di Terni non può diventare un caso di eutanasia industriale assistita dall’impotenza dei governi e che si prepara a travolgere anche Meraklon e Teofran. Quindi, dopo le vacue ed esangui iniziative dei precedenti ministri, c’è urgente bisogno di un intervento serio e risolutivo.

“Oltre al rifiuto della proroga della CIG per i 41 lavoratori che, dal 1 gennaio, andranno in mobilità, - ha proseguito il deputato del PD – si registra la perdurante incertezza sulle trattative per la cessione delle aree da destinare alla realizzazione del progetto di chimica verde di Novamont. Dal punto di vista dei lavoratori quindi c’è disperazione per l’imminente mobilità e tanta rabbia. Rabbia perché ciò che consentirebbe la ripresa delle produzioni viene ostacolato e ritardato da una società che ha ormai abbandonato il territorio. Un sentimento che può facilmente propagarsi alle altre maestranze del compendio industriale”

“Passera deve comprendere – ha concluso Trappolino – che da Terni passa il futuro della chimica italiana e che questo futuro non può essere ostaggio delle trimestrali di cassa di LyondellBasell. Ed è forse giunto il tempo di ragionare di politiche industriali esercitando anche quel minimo di sovranità e di massima autorevolezza senza le quali non c’è né governo del Paese né futuro”.
 

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