DOMENICO AGASSO JR

ASSISI - Con luci a led che illuminano basiliche e tomba di san Francesco, presenza nelle scuole, pannelli fotovoltaici, coibentazione, ma anche opuscoli e kit per i pellegrini, i frati propongono da Assisi una svolta «green». Dalla terra del santo di «Frate sole e sora luna», che ospita ogni anno circa 6 milioni di visitatori, arriva un forte «presente» alla chiamata ecologica del primo Papa di nome Francesco. 

Incoraggiato dalle indicazioni del Pontefice argentino, che ha scelto come titolo della sua enciclica una citazione del Cantico delle Creature di san Francesco, “Laudato si’”, il Sacro Convento di Assisi ha stipulato una serie di accordi con il Ministero italiano dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, guidato da Gian Luca Galletti, e con l’Arpa (Agenzia regionale per la Protezione ambientale), diretta da Walter Ganapini. La “Laudato si’” è la prima enciclica dedicata alla tutela del Creato, pubblicata nel giugno 2015 pochi mesi prima della conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi Cop21, e ha segnato la «rivoluzione verde» della Chiesa. Ora questa campagna ecclesiastica alla cura del Creato ha come luogo-simbolo anche Assisi, e come protagonisti attivi i frati francescani, una comunità di circa 70 religiosi provenienti da 21 nazioni, dalla Corea agli Stati Uniti, dall’Africa all’India, dalla Cina alla Spagna. 

Ecco le novità, alcune attuate e altre in arrivo dall’Umbria. Innanzitutto, la presenza nelle scuole: i frati andranno di classe in classe a portare la testimonianza dell’esempio del Santo «poverello» di Assisi. E diffonderanno anche un opuscolo, “Madre terra” (che sarà inserito anche nella rivista San Francesco Patrono d’Italia), con lo slogan: «Ama l’ambiente come te stesso». L’obiettivo è proporre agli studenti di tutte le età modelli virtuosi per le scelte concrete di rispetto dell’ambiente, riferendosi alla vita quotidiana. Per i più piccoli, ci sarà un’edizione del “Cantico delle creature” a fumetti.  

Ecco poi la gestione dei monumenti, per i quali si punta alla «sostenibilità», annunciano i frati, attraverso un rinnovamento dei corpi illuminanti con tecnologia led, installati nell’intero complesso, comprese la Basilica superiore, quella inferiore e la tomba di san Francesco. 

Per quanto riguarda i rifiuti, con la differenziazione della raccolta, se ne predisporranno il riutilizzo e la trasformazione. E poi, l’efficienza energetica, con energie rinnovabili, come il solare e il teleriscaldamento, ma con accorgimenti impiantistici per abbattere le dispersioni e ottimizzare la regolazione delle utenze. 

Infine, per quanto possibile, il miglioramento della coibentazione termica degli edifici. Tutto per «abbassare l’impatto ambientale verso lo 0 delle strutture e della fraternità» dei frati. Parallelamente, gli eredi spirituali di san Francesco promuoveranno le buone pratiche, anche con un kit per i pellegrini e opuscoli di sensibilizzazione. E tutto ciò che sarà stampato «cercheremo di farlo su carta riciclabile». 

Questo progetto di «amore per l’ambiente» porterà una serie di «guadagni», spiega padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi: «Un guadagno sarà l’abbattimento dei costi e il rendimento dell’investimento: impiegare capitali per il risparmio energetico è il miglior investimento per l’uomo di oggi». Poi «ci guadagneremo in felicità, perché saremo coscienti di aver rovinato di meno». Inoltre, «in termini di coerenza, perché vivremo sempre più appieno quello in cui crediamo». Infine, guadagneremo in «pace e armonia, tra noi e con l’ambiente». Basterà seguire «la strada del “Cantico delle creature”, il nostro “manifesto”». 

Padre Gambetti aggiunge che i frati hanno aderito a un «programma cattolico per il disinvestimento dallo sfruttamento dei combustibili fossili» e renderanno pubblica la loro decisione, «affinché si inizi - spiega - un processo che porti a termine il predominio dei combustibili fossili nell’economia energetica globale». Il «programma è in linea con la reale evidenza scientifica sul bisogno di piegare la curva globale delle emissioni entro il 2020», ed è un altro «modo di rispondere all’appello di Papa Francesco». 

Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Stampa 

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