PERUGIA - Il consigliere regionale del Pdl Alfredo De Sio chiede alla Giunta regionale di fare chiarezza sull'impegno decennale di istituzioni umbre e Regione nei confronti dell'interporto di Orte, messo in discussione da una valutazione, da lui non condivisa, che lo equipara per importanza strategica alla struttura logistica di Jesi.

De Sio - riferisce una nota della Regione - evidenzia che su Orte ha puntato la programmazione regionale degli ultimi dieci anni e che la naturale propensione per il bacino di interessi logistici ed economici del Ternano si sviluppa proprio da Orte fino al Porto di Civitavecchia.

“Credo che le istituzioni, in primis la Regione Umbria - afferma il consigliere - debbano spiegare i motivi strategici per cui dopo anni di programmazione e compartecipazione hanno deciso di abbandonare l'impegno societario e i conseguenti investimenti nell'interporto di Orte”.

Per De Sio, che accusa Regione ed istituzioni di “fuggire dalle proprie responsabilità, senza un'idea chiara e solo perché inadempienti rispetto ad impegni assunti, le argomentazioni ascoltate informalmente dai vari protagonisti istituzionali, non convincono e mostrano, se ce ne fosse bisogno, il metodo della navigazione a vista che ha caratterizzato la programmazione negli anni passati”.

“Affermare genericamente che ogni prospettiva è ugualmente idonea riguardo alla strategicità di Orte o di Jesi per il nostro territorio - aggiunge De Sio - equivale ad una forma di superficialità e di mancanza di conoscenza delle dinamiche economiche e produttive del ternano. Il nostro territorio e le nostre industrie hanno una naturale propensione per il bacino di interessi logistici ed economici che si sviluppa da Orte fino al Porto di Civitavecchia. Poiché mi rifiuto di pensare che ciò non sia noto anche ai più sprovveduti tra i nostri amministratori - prosegue il consigliere - ritengo che dietro a questa vicenda ci sia la volontà o l'impossibilità ad opporsi ad interessi che non coincidono con i nostri. Se invece - conclude De Sio - ci sono problemi di rispetto di ruoli, si mettano a lavorare le diplomazie e si riaffermino le ragioni dell'Umbria senza pretendere di guardare altrove lasciando l'ennesima incompiuta come eredità al territorio ternano”.
 

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