di Nicola Bossi

PERUGIA - Non è questione solo del calo dei numeri dei cacciatori (meno 11mila in 7 anni come già detto nell'articolo precedente), ma all'interno delle granitiche associazioni venatorie ci sono posizioni contrastanti a riguardo dell'ultimo calendario di caccia che di fatto abolisce dopo anni la pre-apertura (prima domenica di settembre) portando l'apertura generale al 18 settembre 2011. I rumors, prendono di mira la più importante delle associazioni venatorie Federcaccia indecisa tra pre-apertura e apertura unica. Ma si parla anche di Arcicaccia, Caccia Pesca e Ambiente e altre ancora.

Ma perchè i cacciatori sono sempre di meno? Le nostri fonti parlano: di un mancato ricambio generazionale, delle troppe leggi che ne hanno limitato giorni, speci e calendari che non tengono conto della migratoria quando passa realmente in umbria, per qualcuno c'entra anche lo strapotere dei cinghialari che occupano ettari di terreno a discapito dei cacciatori di altre specialità. Poi c'è il caro licenza: quasi 400 euro per un 20 giorni di caccia effettiva. A questi ci si deve aggiungere: allevamento cani, trasportini, benzina, cartucce e armamenti. Sui 2mila euro all'anno.

Quest'anno il calendario venatorio, secondo le fonti di Umbrialeft, mettono a nudo un pericoloso incrocio e un errore sulla fauna. L'incrocio sarebbe l'apertura alla caccia al cionghiale con le squadre in contemporanea con i cacciatori da penna o da lepre. Il rischio di incidenti potrebbe essere alto. Secondo aspetto: l'apertura del 18 settembre prevede la caccia ai migratori: peccato però che in Umbria la migrazione più forte avviene nei primi dieci giorni di settembre dove la fa da padrona la tortora. 

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