PERUGIA. - Gia' dalla prossima settimana l'Umbria potrebbe garantire l'accoglienza di 400 profughi distribuiti su tutto il territorio regionale. Quanto al numero complessivo di profughi che potrebbero essere assegnati all'Umbria, secondo le stime di massima effettuate dal governo, non potrà essere superiore a mille unità. E' quanto riferito al termine della riunione avvenuta oggi a Palazzo Donini, convocata dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, cui hanno preso parte - tra gli altri - il presidente dell'Unione Province dell'Umbria, Marco Vinicio Guasticchi, dell'Anci Umbria, Wladimiro Boccali, il delegato regionale della Caritas umbra, Marcello Rinaldi, gli assessori regionali Carla Casciari e Franco Tomassoni, i sindaci dei principali comuni umbri, e rappresentanti delle Prefetture di Perugia e Terni e delle forze dell'ordine.

Da quanto si apprende, ampia condivisione della disponibilita' manifestata dalla Regione Umbria, nell'ambito della recente intesa tra Governo e Regioni, di predisporre un adeguato programma per l'accoglienza di eventuali profughi provenienti dalla Libia. In ambito regionale, quindi, e' stato deciso di formalizzare l'istituzione di un coordinamento che avra' il compito, d'intesa con le Prefetture ed il Commissario nazionale per l'emergenza umanitaria, il Prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, di definire al piu' presto una modalita' organizzativa a livello regionale per l'accoglienza dei profughi.

Nell'introdurre la riunione, Marini ha riferito di aver assicurato al ministro degli Interni, Roberto Maroni, la piena disponibilita' della Regione Umbria a rapportarsi con il Governo in spirito di leale collaborazione istituzionale, soprattutto di fronte al rischio di una pesante emergenza umanitaria che potrebbe riguardare migliaia di cittadini libici in fuga dal loro Paese dove allo stato di rivolta interna si e' aggiunto l'intervento militare della coalizione internazionale.

Nel corso della riunione odierna tutti i soggetti istituzionali presenti, e la Caritas, hanno condiviso il principio che l'accoglienza dei profughi dovra' essere gestita in maniera diffusa nel territorio regionale, evitando la creazione di luoghi di costrizione: "abbiamo tutte le potenzialita' per poter accogliere degnamente gli eventuali profughi - ha detto ancora la presidente -, coinvolgendo sia la rete delle istituzioni locali, che quella della Caritas e del mondo del volontariato. Cio', cosi' come abbiamo tenuto a ribadire al Ministro Maroni, in spirito di leale collaborazione, con scelte condivise ed assumendoci anche a livello locale le responsabilita' istituzionali che ci competono".

Il presidente dell'Upi, Marco Vinicio Guasticchi, nell'esprimere pieno sostegno all'impostazione data dalla presidente Marini, ha riconfermato la disponibilita' delle Province umbre ad assicurare la massima collaborazione nella gestione dell'eventuale emergenza profughi: "dobbiamo considerare che questi cittadini, rientrando tra quanti hanno lo status di rifugiato, si troveranno di fronte ad esigenze di integrazione sociale, e di formazione ai fini di una loro eventuale attivita' lavorativa. In questo le strutture di formazione delle province faranno sicuramente la loro parte".

Guasticchi ha inoltre posto l'esigenza di un eventuale utilizzo, per l'accoglienza dei profughi, anche di beni immobili presenti in Umbria e confiscati dallo Stato a esponenti di organizzazioni mafiose o della criminalita'.

Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, a nome dell'Anci Umbria, ha reso noto di aver gia' avviato una serie di incontri operativi per l'individuazione delle disponibilita' di strutture da parte dei Comuni e della loro capacita' di accoglienza: "dobbiamo saper mobilitare la solidarieta' dell'Umbria mettendo in campo tutte le forze necessarie per poter accogliere i profughi con quel senso di solidarieta' che e' segno distintivo della nostra identita'".

Boccali ha altresi' sottolineato la necessita' di una certezza delle risorse necessarie per la gestione sia dell'emergenza che della successiva permanenza dei profughi che potrebbe prolungarsi nel tempo, che il Governo ha assicurato essere a carico dello Stato.

"La Caritas regionale - ha detto il delegato regionale Ranieri - e' pronta a fare la propria parte e condivide la scelta di gestire l'eventuale presenza di profughi in maniera diffusa sul territorio e in piccoli gruppi. Ovviamente anche noi chiediamo certezza sulle risorse e, se richiesti, potremmo assumerci anche il compito di gestire programmi di accoglienza in spazi non di nostra pertinenza".
 

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