Il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli ha ricordato la liberazione della città di Terni con queste parole:

“Il 13 giugno del 1944 gli inglesi del generale Alexander, quando entrarono a Terni segnando la fine dell’occupazione nazifascista, trovarono una città martoriata da 108 bombardamenti dove regnavano distruzione e fame. Al termine della guerra i morti furono duemila. Gran parte della popolazione era sfollata nella campagne e nei paesi circostanti. Soltanto il 17% degli edifici si era salvato. Una città da ricostruire da ogni punto di vista.La guerra è stata uno dei momenti più tragici della lunga storia di Terni anche per il lascito di miseria, incertezze, disoccupazione. A questa situazione la città seppe reagire con grande forza di volontà e coraggio con risultati che nel tempo si sono dimostrati straordinari.

Successivamente, negli anni Cinquanta, ha saputo misurarsi con la drammatica riconversione industriale postbellica, e negli anni Ottanta, con la crisi della grande industria riuscendo a salvaguardarne, modernizzandola, una parte fondamentale e sviluppando un nuovo tessuto imprenditoriale diffuso e innovativo. La storia di Terni, senza andare troppo indietro nel tempo, è, quindi, contrassegnata da momenti tragici, da grandi difficoltà sofferenze, ma anche da riprese esaltanti che, grazie al lavoro e all’intraprendenza, hanno sempre restituito una città in crescita, al passo con i tempi, in grado di guardare al futuro. La situazione di oggi, seppure molto diversa, prospetta scenari altrettanto pericolosi.Il nemico è diverso da quello di allora, più sottile, più lontano, più impalpabile, ma concreto e non meno insidioso. La storia della città ha insegnato che le difficoltà, anche grandi, possono essere superate grazie all’impegno, al coraggio, all’unità di intenti.

Con uguali determinazione e unità d’intenti siamo chiamati a impegnarci oggi per perseguire, fino al successo, sia gli importanti obiettivi riguardanti la difesa del tessuto manifatturiero e la sua competitività, la ricerca, l’Università, i servizi, in primo luogo la sanità, le infrastrutture, la logistica, così come le politiche del territorio e del turismo, settori chiave del futuro sviluppo.Nello stesso tempo dobbiamo impegnarci per soluzioni nuove e originali, intensificare il dialogo e la collaborazione con i territori limitrofi e con soggetti internazionali con i quali è possibile attuare percorsi comuni, in particolare nei campi della ricerca, dello sviluppo tecnologico e del turismo.

Tutto questo è compito delle istituzioni, dei partiti, ma anche delle categorie, associazioni e singoli cittadini. In uno spirito di grande unità d’intenti, cosa che talvolta inspiegabilmente manca.In una giornata importante come questa, possiamo concludere che, pur nelle evidenti, pesanti difficoltà attuali abbiamo di fronte opportunità come forse mai abbiamo avuto negli ultimi decenni. Le risorse umane, professionali, di cultura industriale, scientifica, tecnologica e la stessa cultura imprenditoriale diffusasi negli ultimi decenni, costituiscono uno straordinario patrimonio su cui investire per il futuro.Il successo è certamente legato alle dinamiche nazionali e internazionali, ma molto a quello che insieme saremo capaci di inventare, condividere, realizzare.La storia della città ci ha insegnato che anche le imprese apparentemente impossibili possono essere vinte solo se lo si vuole. Insieme possiamo, dobbiamo farcela.”

Condividi