Quest'estate si è prolungata più del previsto e seppur il clima anomalo sia facilmente interiorizzabile come presagio nefasto del cambiamento climatico, nessuno di noi si è negato qualche aperitivo di fine Settembre en plein air. Tuttavia gli ultimi giorni sembrano inequivocabili e, almeno in Umbria e nella metà superiore d'Italia, l'inverno sta arrivando di gran carriera.
 

Questo significa molte cose, che cambiano da persona a persona: per noi significa tornare bardati dal lavoro, il vento battente nei vicoli della città vecchia, e trascorrere molte sere al lume di una lampada a nutrire nuove idee, in un letargo che è già in potenza azione.

Significa stendere carte e volumi su un'ampia scrivania e confrontarli, farne la nostra esegesi, scovarne significati nascosti.
 

Questo tempo, come del resto molti dei passati (forse tutti), giustificherebbe facilmente l'abbandono di ogni speranza, la rinuncia al lottare.

Ho visto singole persone subire violenze di per sè sufficienti a mettere in discussione l'idea stessa della vita, del credere e del voler fare.

Ho visto bagagli così carichi di sofferenza da poter arenare il moto di ogni passione. Poi ho capito che è necessario ragionare al contrario, che un solo idealista può redimere schiere di burocrati, che un pesce controcorrente può invertire il corso di un fiume, che varrà la pena lottare anche quando rimarremo soli e anzi, dovremo farlo con forza molto superiore a quella dei nostri muscoli.

Questo per dire che vi auguriamo, nelle vostre notti solitarie, di coltivare sogni inauditi, di non rimodulare nulla in funzione della barbarie dei tempi, di non rinunciare a pensare ad un amore illimitato solo perché avete conosciuto amori mediocri e soprattutto di non confondere l'ideale con l'economia, il dono con la transazione, in altre parole "non sognate di sogni non vostri". In queste prime notti di freddo, nella solitudine necessaria all'ascolto di sè, gettiamo le basi per creare il futuro, senza paura.

 

 

FUORI!!!

Con una potente esclamazione e una bomba fumetto in copertina, il volume rimette a disposizione del grande pubblico le rarissime pagine della rivista FUORI!, storico organo di stampa del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano e primo mensile di rivoluzione sessuale del Paese. Aggiungendo due punti esclamativi al titolo originale, FUORI!!! riporta il FUORI! ai giorni nostri, ponendo il lettore di fronte a un passaggio epocale di cui spesso si sottovaluta la portata. Se oggi la libertà di vivere il proprio orientamento e identità sessuale è un valore sempre più accettato condiviso, lo dobbiamo al gruppo di donne e di uomini che 50 anni fa – a partire da Torino e poi in tutta Italia – hanno coraggiosamente intrapreso una lotta per la liberazione, scontrandosi con la violenza, l’ottusità e il conformismo dell’intera società italiana. La pubblicazione consiste nella fedele ristampa dei primi tredici, mitici numeri della rivista e documenta così una gloriosa stagione della lotta per i diritti civili: quella che va dal 1971 al 1974. Questo nuovo progetto editoriale procede dunque dal numero 0, distribuito quasi come una fanzine punk nei luoghi di incontro clandestino dell’epoca, fino al FUORI! Donna, il tredicesimo numero e primo a essere realizzato da sole donne. Il volume contiene le riproduzioni fotostatiche dei cartacei originali e le raccoglie in un unico almanacco. A corredo del libro, un’introduzione critica firmata dai curatori del progetto Carlo Antonelli e Francesco Urbano Ragazzi, e una loro lunga intervista al fondatore del FUORI!, Angelo Pezzana. FUORI!!! si avvale della collaborazione scientifica della Fondazione Sandro Penna / Fuori!

Condividi