La battaglia è appena cominciata, il testa contro testa nel settore del pubblico impiego inizia adesso, in modo nemmeno velato, ma violento, da far tremare i polsi. Il 15 di ottobre entra in vigore l'obbligo del green pass ma nel mondo della sanità le decisioni sono prese con largo anticipo e la cronaca ci racconta delle lettere di sospensione inviate a medi e personale infermieristico che non hanno voluto vaccinarsi.
E' notizia di ieri l'invio delle lettere di sospensione al Policlinico di Perugia, l'inizio di questa battaglia che non vede per il momento vincitori ma solo vinti. Più che vinti che sconfitti, perchè ci siamo messi tutti in una condizione irreale, da una parte chi non vuole vaccinarsi, dall'altra i pazienti, attuali e futuri che rischiano di trovarsi con una sanità disastrata, fatta di assenze e mancanze per le sospensioni che non saranno una manciata.
Il TAR nei giorni scorsi ha tracciato la via. 
E' stato infatti dichiarato inammissibile e quindi respinto il ricorso proposto da 22 sanitari o operatori sanitari residenti nella Provincia di Perugia e da 101 sanitari o operatori sanitari residenti nella Provincia di Terni, che avevano impugnato gli atti della procedura relativa al loro obbligo di vaccinazione e la sospensione in caso di mancato riscontro. In quel numero ci sono medici dell'USL Umbria 2, di quella fetta di terreno che va da terni fino a Foligno, comprendendo la Valnerina, il Narnese-Amerino e l'Orvietano.
Sono finiti qui i disobbedienti o c'è ancora un numero di non vaccinati o renitenti al vaccino a cui arriveranno le lettere di sospensione dal lavoro?
Intanto solo Nursind scende in piazza per difendere i lavoratori sospesi o in attesa di esserlo con modi e tempi, afferma il sindacato indipendente, che non hanno nulla di comprensibile.
Secondo il Nursind nei prossimi mesi lo stesso personale dovrà affrontare una emergenza non ancora al termine, "soddisfare liste di attesa sempre più lunghe e la normale attività assistenziale con organico ridotto ulteriormente dai provvedimenti aziendali, in una situazione di carenza cronica pluriennale di Infermieri ed OSS". Alla Direzione Aziendale, ma anche alla Regione Umbria, si chiedono delle risposte immediate "alle conseguenze che arriveranno dalle proprie decisioni, con atti urgenti che pongano al riparo sia l’utenza che il personale da disservizi già presenti e destinati ad aumentare dopo tali provvedimenti".
Non possiamo dargli torto per il ragionamento fatto che non fa una piega. E' evidente che se si scende in guerra, per diritti o per la presunzione di un diritto (dipende da chi lo vive e lo guarda il problema) domani saremo tutti costretti a farci di conto e ne pagheremo le conseguenze indipendentemente dalla ragione e dal torto. Domani mancheranno posti e professionalità per via di una guerra che non sappiamo chi vincerà ma dove tutti hanno perso qualcosa.

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