Cari senatori, la cosiddetta "Ape social", così come definita nel verbale d’intesa intercorso tra sindacati e governo, è uno strumento utile, purchè si creino le condizioni per poterne usufruire.

Con questo strumento si possono creare le condizioni perché lavoratori in particolari condizioni, faticose ed usuranti, siano in grado di utilizzare la possibilità dell’anticipo del pensionamento.

Così, si introdurrebbe una parziale correzione alla legge Fornero, che costringe tutti i lavoratori, anche quelli più esposti al rischio, a dover lavorare sino alla soglia dei 70anni.

Il settore Edile, come sappiamo tutti, è tra quelli più esposti ai rischi e alla fatica, non a caso gli ultra-sessantenni sono tra i più colpiti negli incidenti sul lavoro che continuano a flagellarci .

Salire sulle impalcature diventa sempre più delicato e difficile per chi ha da tempo superato i 55 anni.

Ma l’attuale schema per l’utilizzo dell’Ape social è estremamente limitato: si prevedono infatti 36 anni di contributi insieme a 6 anni continuativi all’interno dello stesso cantiere.

Se la prima condizione è tutto sommato praticabile, la seconda ne decreta la non funzionalità.

Su questo riteniamo si possa e si debba agire.

Nel momento in cui svolgiamo questa riflessione aperta non possiamo non far riferimento all’Umbria.

Nella nostra regione ci sono 10.000 lavoratori edili (dati casse edili Perugia e Terni), di questi almeno 500 riteniamo che potenzialmente sono interessati all’utilizzo dell’Ape social, ma con le regole attuali ne resterebbero esclusi.

Questa ipotesi di lavoro su cui riteniamo di poter lavorare insieme è anche funzionale all’abbassamento dell’età media dei lavoratori del comparto , unitamente ad un ricambio generazionale , che può consentire al settore di affrontare in maniera adeguata e moderna la sfida della ricostruzione rappresentata dal dopo terremoto della valnerina .

Certi delle vostra disponibilità ad un incontro vi salutiamo cordialmente.

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