Assediato dai fantasmi che lo hanno visto combattere strenuamente contro la sua stessa ombra e con quelle dei complotti che scorge ovunque, costretto dai vincoli di appartenenza a chiudere gli occhi e sognare una realtà inesistente, alla fine anche il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, si è arreso e ha preso atto che l’Alta Valle del Tevere soffre per la carenza o per l’inesistenza di infrastrutture. Liberi e Uguali ha da tempo sostenuto la necessità di migliorare e completare le infrastrutture viarie e ferroviarie; ha sempre partecipato e contribuito alle battaglie del “Comitato per la salvaguardia e lo sviluppo dell’Alto Tevere”; ha salutato con favore e senza polemiche la tardiva adesione del Pd tifernate ai progetti di completamento e sviluppo della Fcu, della E45 e della Due Mari E78 ritenendole necessarie allo sviluppo sociale, economico e turistico di un territorio strategico per la sua collocazione nell’Italia centrale messo come è tra Umbria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna. Abbiamo sempre denunciato l’ostinata assenza ad ogni iniziativa riguardante le infrastrutture del sindaco Bacchetta e della sua giunta. Non solo non ha mai partecipato alle iniziative del “Comitato per la salvaguardia” ma neanche a quelle di suoi colleghi come la Tavola Rotonda organizzata dal sindaco di Citerna Giuliana Falaschi oppure quella organizzata dall’Unione dei Comuni della Valtiberina toscana ad Anghiari dove era presente anche Riccardo Nencini, sponsor politico del sindaco tifernate. C’erano sempre tutti i sindaci del territorio, parlamentari, assessori regionali, Anas, Fcu. Tutti meno Bacchetta che non ha mai ritenuto opportuno neanche inviare un tecnico e si è beato del suo splendido isolamento. Il comune più grande del territorio che colleziona il più grande numero di assenze. Ora, appena insediato il governo Conte, Bacchetta si è svegliato dal letargo e si è reso conto di essere solo, di non avere più santi in paradiso come il sottosegretario Riccardo Nencini e tenta di rientrare disinvoltamente in pista. In consiglio comunale lancia l’idea di un Patto per le infrastrutture da firmare a Città di Castello, un appello a parlamentari ed europarlamentari, interpellanze, manifestazioni pubbliche per rilanciare le infrastrutture ed evitare il rischio isolamento del territorio. Ovviamente lo fa con il suo stile da imbonitore che vuol rassicurare sulla bontà del prodotto offerto. Sostiene Bacchetta che per la E45 il precedente governo ha già stanziato i finanziamenti per la riqualificazione; per la Ferrovia Centrale Umbra non ci sono problemi visto che passerà alle Ferrovie dello Stato e per la E78 bisogna accettare il piano avanzato dall’Anas e dimenticare la quattro corsie richiesta. Ora, per amor del vero, i lavori sulla E45 specialmente in direzione Ravenna sono ben lontani dall’essere completati; per la E78 Due Mari è tutto in alto mare visto che Anas non ha presentato alcun progetto; per la Fcu i lavori di ripristino sono ben lungi dal termine ma intanto corrono insistenti e preoccupanti voci di una spartizione singolare: la tratta Ponte San Giovanni-Terni ammodernata e affidata alla proprietà delle Ferrovie dello Stato, quella Ponte San Giovanni-Città di Castello affidata alla Regione Umbria per il trasporto dei pendolari e, quello che è più grave, il capolinea spostato a Città di Castello con il taglio della tratta fino a Sansepolcro. Proprio il contrario di quello che chiedono tanti cittadini, nel silenzio e nella ipocrita partecipazione istituzionale si sta perpetrando un’ulteriore penalizzazione all’Alta Valle del Tevere. Lei Sindaco Bacchetta, forse a causa dello stomaco sottosopra per la tripla capriola effettuata, dovrebbe preoccuparsi non poco insieme ai parlamentari e ai consiglieri regionali. Invece non riesce a trattenere una frecciatina: si è vero che ” le infrastrutture sono prioritarie ma l’esclusione di Città di Castello non è di ieri. I ritardi si sono accumulati all’inizio degli anni 2000 quando la E78 non fu finanziata dal Governo”. No sindaco Bacchetta, non è assolutamente vero e questo giochino dello scaricabarile e di dare la colpa sempre agli altri è stucchevole e non abbocca più nessuno. Anzi è vero il contrario. Nel 2000 (II° governo D’Alema) la E78- Due Mari era al quarto posto nelle priorità nazionali delle opere stabilite dal governo ed era prevista la relativa copertura di spesa. Poi, visto che la sua memoria perde i colpi, le ricordiamo che da quella data ebbe inizio il balletto dell’ipocrisia e della svendita degli interessi locali che doveva portare quei soldi più a sud, tra Foligno e Valfabbrica per il famoso Quadrilatero. Questa è la storia facilmente verificabile. Protagonisti politici del dirottamento, legittimo ma per noi Tifernati penalizzante, furono l’attivissima Governatrice Lorenzetti, folignate e la silente Fernanda Cecchini neosindaco di Città di Castello che lei dovrebbe conoscere bene per aver amministrato con lei come assessore. Come le tre famose scimmiette indiane che non vedevano, non sentivano e non parlavano. Ma qualcuna tirava l’acqua al suo mulino e qualcun’altra se la lasciava fregare. Poi tutti assieme appassionatamente a protestare per i ritardi alla galleria della Guinza per incantare i Cittadini ignari. Ma gentile e smemorato Sindaco Bacchetta sa come si dice dalle nostre parti? chi è causa del suo mal pianga se stesso. Lo faccia sapere anche all’assessore Fernanda Cecchini.

Liberi e Uguali Citta’ di Castello

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