PERUGIA - Sono almeno 50 le persone che in Umbria ogni anno diventano paraplegiche o tetraplegiche per effetto di traumi o malattie che colpiscono il midollo spinale, ma solo la meta' di questi riesce, in tempi brevi, ad accedere ad un percorso riabilitativo nell'Unita' spinale unipolare o in altre strutture adeguata per la riabilitazione: e' quanto emerge da uno studio presentato stamani a Perugia.
 

L'iniziativa di stamani si colloca tra le attivita' promosse dalla Faip per la Giornata delle persone con lesione al midollo spinale, con iniziative di informazione e divulgazione in diverse regioni italiane sui diritti delle persone con lesione al midollo spinale.
 

 "Lo studio, che ha preso in esame anche l'analisi sui percorsi per il recupero dell'autonomia delle persone con lesione al midollo spinale - ha spiegato il responsabile scientifico del progetto di ricerca, Maria Cristina Pagliacci - ha evidenziato un dato che sfuggiva fino ad oggi ad una puntuale documentazione anche in ambito scientifico, e cioe' che delle persone con gravi malattie del midollo spinale (circa il 50 % della casistica), solo la meta' riesce ad accedere in tempi brevi ad un percorso riabilitativo nell'Unita' spinale unipolare o in un'altra struttura adeguata per la riabilitazione. Di solito infatti, tra il ricovero al pronto soccorso e la riabilitazione ci sono almeno quattro passaggi con tempi che vanno anche oltre le tre settimane".
 

Relativamente alle cause che hanno procurato le lesioni traumatiche, la ricerca mette in luce nuovi aspetti: "Attualmente - ha riferito Pagliacci - in Umbria l'incidente stradale non e' piu' la prima causa di para-tetraplegia, in quanto crescono i casi dovuti alle cadute con circa un 50 per cento, di cui un 16 per cento deriva da infortuni in ambito lavorativo e il resto in ambito domestico. La buona notizia della diminuzione dei casi di lesioni traumatiche per incidenti, certamente va interpretata come un successo per i grandi sforzi fatti nella prevenzione nell'ambito della sicurezza stradale, ma la nuova sfida riguarda oggi la prevenzione degli infortuni".

 

Si rileva inoltre, un aumento dell'eta' media delle persone colpite da questa drammatica condizione: dai 34 anni di vent'anni fa, si e' arrivati ai 59 anni di oggi. Complessivamente in Umbria sono circa 450 le persone che vivono con lesione al midollo spinale.
 

Per quanto riguarda i percorsi assistenziali e riabilitativi lo studio indica che l'intervento specialistico dell'Unita' spinale unipolare potrebbe essere sfruttato meglio se si ottimizzassero i percorsi di accesso in fase acuta con una centralizzazione delle persone traumatizzate all'ospedale regionale di Perugia, evitando pericolose dispersioni  e rallentamenti nel percorso di cura e riabilitazione delle persone con lesione traumatica e inoltre, se fossero inviati alla riabilitazione specialistica, anche  i casi di lesione non traumatica potrebbero beneficiarne.
 

In proposito il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi, ha evidenziato "la necessita' di sensibilizzare i servizi del territorio affinche' prevedano tempestivamente l'invio dei pazienti al servizio del capoluogo umbro, nonche' l'importanza di attivare e intensificare le sinergie con altre Regioni a partire dalla Regione Marche con la quale esiste gia' un accordo. Migliorare la prevenzione, la riabilitazione e quindi evitare complicanze - ha concluso Orlandi - comporta un impiego iniziale di risorse che si traduce poi in un risparmio per l'azienda e in un'attenzione in piu' per i pazienti".
 

La ricerca rileva che la Regione gia' vent'anni fa si era dotata di un'Unita' spinale unipolare presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, un servizio considerato il "gold standard" per la lesione midollare. L'attivazione del servizio colloca l'Umbria tra le otto in Italia dotate di una Usu.
 

"Nel servizio, che svolge le sue attivita' all'interno del Santa Maria della Misericordia, si dispone al momento di 12 posti letto in attesa di portarli a 15 nel medio periodo – ha detto il presidente dell'Associazione paraplegici umbri, Raffaele Goretti - mentre il modulo definitivo per cui e' stata realizzata l'Usu Umbra e' per 20 posti letto, di cui due per il day hospital. L'obiettivo e' quello di arrivare al piu' presto a questo traguardo e all'apertura del day hospital riabilitativo".

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