PERUGIA - Il Gruppo provinciale del PRC, rispetto alla proposta di Legge sul tartufo presentata in Regione dal Presidente della III Commissione Massimo Buconi, e partecipata anche con i consiglieri provinciali all’interno della I Commissione consiliare, ritiene opportuno mettere alcuni “ paletti “ e compiere delle precisazioni : l’intento, pur lodevole, di tutelare il tartufo nero non può e non deve tradursi in una violazione di fatto della Legge 752 / 85, la quale sancisce chiaramente il principio della libera raccolta in boschi e terreni non coltivati.

La spinta alla privatizzazione del territorio e all’esclusione di esso dalla libera raccolta, spinta che viene da ambienti di proprietari terrieri grandi e medi, non può trovare recepimento da parte della legislazione regionale.

E’ chiaro infatti che, qualora il tartufo venisse dichiarato prodotto agricolo, verrebbe esclusa ogni possibilità di libera raccolta del medesimo in appezzamenti privati non coltivati ; ora, dal momento che esiste una Legge ben precisa e che migliaia di raccoglitori pagano, nella nostra Regione come in tutta Italia, somme considerevoli per l’esercizio della loro attività, ogni ipotizzata restrizione alla libera raccolta viene a configurarsi come un sopruso e un’illegalità.

Allo stesso modo, il proliferare di tabellazioni abusive con scritto “ Divieto di raccolta “ va combattuto, dal momento che le tabelle medesime, per costituire davvero effettivo divieto alla raccolta di tartufi e altri frutti della terra, come pretendono molti proprietari terrieri che ostacolano la libera raccolta, debbono necessariamente recare riferimenti legislativi, che in moltissimi casi non figurano.

Altre sono le vie per tutelare il tartufo nei nostri territori , a partire dalla più severa repressione verso chi asporta tartufi immaturi, danneggiando il prodotto, fino alla tutela delle tartufaie coltivate anche attraverso la revisione della legislazione sui boschi, a patto che si fissino limiti al proliferare delle tartufaie medesime.


Luca Baldelli
Presidente III Commissione provinciale
 

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