Legge di Bilancio che fine fanno le famiglie in affitto?
“Nella Legge di Stabilità, ieri approvata dal Consiglio dei Ministri, le politiche abitative sono sostanzialmente rappresentate dal sostegno all’acquisto della casa per i giovani sotto i 36 anni. Infatti si prorogano al 31 dicembre gli sgravi fiscali prima casa giovani under 36 anni, per un impegno di 242 milioni. Per le operazioni di finanziamento previste ammesse all’intervento di garanzia del Fondo, viene accantonata a coefficiente di rischio un importo non inferiore all’8% dell’importo garantito.
Come se il problema fondamentale non fosse la precarietà del lavoro e stipendi di fame che i giovani sono costretti a subire e che li obbligheranno a lavorare oltre i 70 anni, con la prospettiva di pensioni sotto la soglia di sopravvivenza. Le famiglie vengono ulteriormente incentivate ad accollarsi mutui trentennali a tutto vantaggio dello sfitto dei costruttori e dei bilanci delle banche che ingrassano sugli interessi, con difficoltà crescenti, visto l’incremento delle esecuzioni immobiliari per incapacità di sostenere i muti. Questo, al di là dell’arretratezza culturale, economica e politica di una politica della casa, fondamentalmente incentrata sulla proprietà.
Sono fantasmi per il governo Draghi i 3 milioni di famiglie in affitto e sono trattate come “fake news” i dati sconvolgenti deli comuni italiani che certificano esservi circa 650 mila domande di alloggio di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, utilmente collocate nelle graduatorie ma senza risposta a causa di una carenza strutturale di alloggi da poter offrire a questa platea; sono “fake news” i dati dell’ISTAT sull’aumento della povertà assoluta in Italia: due milioni famiglie in totale e tra queste, i nuclei in affitto sono quasi il 50% del totale, mentre rappresentano meno del 20% della popolazione; sono ”fake news”, infine, i dati che annualmente sforna il Viminale e che segnalano una media di 50 mila sfratti all’anno e una incidenza della morosità che ha raggiunto il picco del 90% delle sentenze emesse.
Eppure, questo mondo della sofferenza abitativa, non trova spazio, né risposte nella legge di bilancio, a parte una misura minimale che incrementa fino a 2000 euro, la detrazione fiscale per l’affitto della prima casa per i giovani con un reddito inferiore a 15.493,71 euro lordi l’anno (posto che con quel reddito, si riesca ad avere una casa in affitto). In attesa di conoscere le tabelle di spesa nel dettaglio, allo stato non appare rifinanziato, né tantomeno incrementato, il fondo sociale per il sostegno delle locazioni e quello per la morosità incolpevole.
Si estende il superbonus per il 2023 per condomini e IACP ma si escludono ancora gli alloggi ERP di proprietà dei comuni, malgrado l’impegno assunto dal governo che aveva accolto uno specifico odg proposto dal gruppo di LEU.
Anche su questo ultimo punto del superbonus, misura comunque positiva perché va nella direzione del miglioramento della qualità dell’abitare, non si affronta una questione che, senza un intervento di chiarimento che ancora non c’è, porterà conseguenze pesanti sull’aumento degli affitti e di conseguenza su un ulteriore incremento degli sfratti per morosità. Gli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione, derivanti da finanziamenti pubblici al 110%, devono essere sterilizzati rispetto ad aumenti dei canoni di locazione.”
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