PERUGIA - “Chiediamo alla Regione Umbria – scrive Legambiente Umbria nella nota inviata alla Presidente regionale Catiuscia Marini e agli Assessori Fernanda Cecchini e Silvano Rometti - un atto di adeguata gestione del patrimonio collettivo con la sospensione dell'avvio della stagione venatoria e la valutazione dei rischi della pressione venatoria sugli ecosistemi e la fauna selvatica in una situazione di emergenza ambientale come quella in corso”.

Nelle ultime settimane la siccità nella nostra Regione dopo un'estate particolarmente torrida non ha fatto altro che aggravarsi: oltre ai corsi d'acqua minori, ormai tutti in secca, hanno dato segno di grande sofferenza, oppure sono del tutto prosciugati anche i bacini idrici di maggiore importanza, le falde e gli invasi. Situazione che ha spinto la Giunta regionale a richiedere al Governo lo stato di emergenza idrica e ampiamente denunciata anche dalle associazioni degli agricoltori che chiedono l'avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per il settore agricolo.
A questo si è aggiunta l'emergenza incendi boschivi che ha causato in Umbria la perdita di oltre 1300 ettari di aree boscate. Una situazione che rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi su tutti gli ecosistemi naturali e sulla fauna selvatica che allo stremo delle forze ha poca disponibilità di cibo e una riduzione degli habitat disponibili.
“In queste condizioni ambientali – continua Legambiente Umbria  - l'attività venatoria, il cui inizio è ormai imminente, finirebbe sicuramente per danneggiare in modo grave le popolazioni di animali selvatici tanto residenti che "di passo". Ancor peggio, si configurerebbe come un autentico accanimento ingiustificato, perché a favore di pochi e a danno della collettività, ed eticamente condannabile”.
“Nello stesso modo in cui si riconosce l'eccezionalità della situazione per la produzione agricola analogamente è necessario riconoscere l'eccezionale stress che stanno subendo gli ecosistemi – continua Legambiente Umbria - Anche l'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con la nota inviata a tutte le regioni lo scorso 27 agosto sollecita le Regioni ad attivare una serie di limitazioni e provvedimenti cautelativi per evitare che la fauna selvatica in condizioni di particolare vulnerabilità possa subire altri danni ".

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