Stamani sono stato testimone diretto - attacca Andrea Liberati, segretario regionale di Legambiente - di come una manifestazione pacifica e civilissima degli operai dell'Acciaieria di Terni in difesa del proprio lavoro e della loro fabbrica sia stata trasformata, da chi aveva il compito di mantenere l'ordine pubblico, in un rischio di violenza che solo la lunga storia del movimento operaio e democratico ternano ha permesso di evitare.

Tutta la nostra solidarietà ai lavoratori ed alla città così bene rappresentata dal proprio Sindaco, Leopoldo Di Girolamo, che ha subito dichiarato, ancora con la camicia imbrattata di sangue, di essere pronto a buscarsi altre manganellate pur di salvare la fabbrica simbolo della città.

Lo spirito con cui Legambiente partecipa alle lotte in difesa dell'Acciaieria di Terni - continua Andrea Liberati - è quello di una associazione ambientalista che ha innanzitutto, naturalmente, a cuore la salute delle persone (cittadini e lavoratori) e dell'ambiente ma che crede comunque alla possibilità ed alla necessità di fare industria manifatturiera, acciaierie comprese, in maniera rispettosa dell'ambiente e tenendo in eguale considerazione i diritti dei cittadini ed i diritti dei lavoratori. Ma ora a Terni va difeso con forza il diritto al lavoro perché se a Terni o a Taranto si perdesse il lavoro a nessuno interesserebbe più nulla dell'ambiente e nessuno lo tutelerebbe o lo risanerebbe più come il caso di Bagnoli sta lì drammaticamente a testimoniare. E' un difficile esercizo politico di equilibrio tra diritti diversi ma non necessariamente confliggenti. Diritti del lavoro e diritti ecologico -ambientali vengono fatti confliggere ad arte da chi ha interesse a mantenere lo status quo e tutti i propri vantaggi economici acquisiti. Il movimento e le associazioni ambientaliste non possono non essere al fianco degli operai e della città in difesa del diritto al lavoro.

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