LAVORO UMBRIA: SEMPRE PEGGIO PER I SALARI
“Come ha osservato ieri il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi, stiamo assistendo alla meridionalizzazione di alcune regioni del centro Italia e l’Umbria è proprio alla guida di questo processo. La nostra, infatti, è la regione che fa segnare i peggiori risultati in Italia sia in termini di crescita economica (-1,6% del Pil tra il 2019 e il 2022) che di calo demografico. Una situazione critica che non può più essere sottaciuta né sottovalutata”. Lo scrive in una nota Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria, che rimarca sin da ora come la prossima giunta regionale "avrà il dovere di mettere in campo interventi radicali che puntino ad invertire questa tendenza”.
“Mentre il Nord e anche il Sud del Paese dopo la pandemia hanno ripreso un percorso di crescita, il Centro arranca e l’Umbria è proprio la Cenerentola d’Italia in termini di sviluppo - osserva Paggio - Questo dipende evidentemente dalla mancanza di politiche economiche efficaci, che frenino la deindustrializzazione e la terziarizzazione al ribasso dell’economia, e da un’imprenditoria che continua a fare utili, ma non investe, soprattutto nel lavoro, come dimostrano le retribuzioni troppo basse e gli alti tassi di precarietà”.
Per Paggio è il momento di prendere appieno coscienza della situazione: “Siamo ad un punto di non ritorno - chiosa la segretaria - le dinamiche demografiche unite ad un andamento economico molto deludente, all’alta inflazione e alla bassa qualità del lavoro ci conducono in un tunnel dal quale rischiamo di non uscire più. Di pari passo, il rapido smantellamento della sanità pubblica sta segando un’altra gamba del tavolo, mentre l’autonomia differenziata incombe come una mannaia sul nostro futuro. Come Cgil chiediamo da tempo di dotare la nostra regione di una politica industriale capace di restituire una prospettiva in particolare alle giovani generazioni. È ora di farla finita con incentivi e marchette elettorali e fare scelte strategiche per guidare le transizioni ambientale e digitale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, sia nel confronto con le istituzioni e le associazioni datoriali, che nelle piazze, se necessario”.
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