Il lavoro precario vale meno, stipendi inferiori del 25%
Il lavoro di un dipendete precario, con contratto di collaborazione o a termine, vale meno di quello degli altri dipendenti. E’ quello che si evince dai numeri diffusi dall’Istat sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e pubblicati ieri nel Rapporto annuale. Secondo l’istituto di statistica nazionale, infatti, in media un lavoratore precario prende uno stipendio che è più basso del 25% rispetto a quello di chi ha il posto fisso. Nel Rapporto l’Istat spiega esplicitamente che “un indicatore importante dello svantaggio del lavoro atipico” è dato proprio dal “differenziale retributivo con l’occupazione standard”.
Guardando solo a chi ha contratto full time, tra un dipendente a tempo determinato e uno a tempo indeterminato il divario è pari in media a un quarto visto che la retribuzione media mensile netta di un dipendente a termine a tempo pieno si ferma a 1.070 euro, 355 euro in meno rispetto a un dipendente standard.
I motivi dei questa differenza sono molti anche se non sempre validi. Come spiega l’Istat nel suo rapporto ”Il differenziale è in parte spiegato da effetti di composizione, quali l’età, il settore di attività, la professione. Ma le differenze permangono anche a parità di caratteristiche e aumentano al crescere dell’anzianità lavorativa, poiché al tempo determinato non si applicano gli scatti di anzianità”. Infatti la differenza di salario è di appena 85 euro tra due lavoratori assunti da appena due anni ma cresce a 392 euro per chi ha una carriera lavorativa di 20 anni e oltre.
Fonte: fanpage.it
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