Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil chiedono sostegni e diritti per i lavoratori del settore esclusi dai ristori - In piazza Italia alle 10 interviene il segretario nazionale Uila Uil Michele Tartaglione

(AVInews) – Perugia, 28 apr. – Dopo le iniziative e i presidi delle settimane scorse, i lavoratori agricoli tornano a chiedere diritti e sostegni. Anche in Umbria, le organizzazioni sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno indetto per venerdì 30 aprile uno sciopero della categoria per l’intera giornata. Nella stessa giornata, alle 10, si terrà una manifestazione davanti alla Prefettura di Perugia, in piazza Italia, a cui interverrà anche il segretario nazionale Uila Uil Michele Tartaglione.

La situazione attuale. “Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta – spiegano i sindacati –, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo sono stati nuovamente discriminati. I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro. L’emergenza sanitaria, ancora in corso, ha fatto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà”.

Le richieste “essenziali”. In particolare, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil rivendicano: la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019; il bonus per gli stagionali dell’agricoltura; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi; tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica; riconoscimento di una Cassa Integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca.

Altre rivendicazioni. Oltre a questi punti, definiti “essenziali”, nella mobilitazione verranno presentate anche: la richiesta di riconoscere la ‘clausola sulla condizionalità sociale’ nella Politica agricola comune, per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali; la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori; l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, visto che le trattative sono bloccate in quasi tutti i territori.
 

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