Laura Santi: il GIP ordina una nuova udienza per il fine vita
Dopo aver accolto l’opposizione presentata da Laura Santi, perugina affetta da sclerosi multipla, alla richiesta di archiviazione del procedimento sui ritardi della ASL nel dare risposte alla sua richiesta di accesso alla morte volontaria assistita, e aver ordinato nuove indagini, il GIP di Perugia ha preso una nuova decisione: anziché accogliere la nuova richiesta di archiviazione, ha fissato un’altra udienza, il prossimo 20 settembre, per accertare ritardi e omissioni dell’azienda sanitaria nel fornire una risposta a Laura Santi.
A seguito di un esposto depositato a maggio 2023 da Laura Santi, recentemente ammessa nel procedimento davanti alla Corte costituzionale che a giorni si esprimerà sulla legittimità del requisito del trattamento di sostegno vitale, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia aveva rigettato la richiesta di archiviazione del pm, accogliendo l’opposizione fatta dal collegio legale di Laura Santi. A seguito della prima udienza dello scorso dicembre, il Gip ha accolto l’opposizione e ordinato al PM nuove indagini volte ad accertare la legittimità dei continui rifiuti, dei ritardi e delle omissioni dell’azienda sanitaria.
Così Filomena Gallo e Francesca Re, difensori di Laura Santi e rispettivamente aegretaria nazionale e membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: “A seguito delle nuove indagini abbiamo realizzato che di fatto nessun nuovo elemento era stato acquisito, pur essendo, nel frattempo, la condizione di malattia di Laura Santi sensibilmente peggiorata e abbiamo ritenuto doveroso opporci nuovamente, evidenziando che per oltre un anno il Comitato etico regionale (Cer) aveva continuato a riconoscere il diritto di Laura di ricevere il parere ma di essere impossibilitato a rilasciare tale parere in quanto la composizione non era stata ancora aggiornata. Qui siamo in presenza di un vero e proprio rifiuto ingiustificabile, perché dinanzi a una persona malata di cui si riconosce la sofferenza intollerabile e dunque il diritto di ricevere verifiche e pareri, non si può affermare di non aver ancora ‘integrato il comitato’, senza peraltro indicare i motivi effettivi del ritardo – se non una inerzia generale – né indicare una cornice temporale per adempiere al dovere derivante da una sentenza costituzionale che ha valore di legge. A seguito della nostra opposizione il GIP, anziché accogliere la richiesta di archiviazione del procedimento, ha deciso di fissare una nuova udienza, decisione che rappresenta un buon segnale perché dimostra come le giurisdizioni non stiano sottovalutando le conseguenze – ai limiti della tortura – degli ostruzionismi delle aziende sanitarie.
"Sono soddisfatta di questa nuova udienza, mi sembra che sia importante perché dimostra la volontà dei Tribunali di approfondire la responsabilità delle pubbliche amministrazioni, che hanno il dovere di verificare le condizioni di una persona malata e di esprimere un parere sull’accesso alla morte assistita e non possono permettersi ritardi ingiustificati né rifiutare un atto che compete al loro ufficio. Questo perché molto spesso le persone che vogliono morire non hanno il tempo di attendere o di attivare le giurisdizioni per vedersi riconosciuto un diritto già sancito dalla Corte costituzionale” commenta Laura Santi.
Conclude Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni: “Per evitare che vicende così drammatiche si trascinino per mesi nei tribunali,è palese la necessità di una buona legge che preveda tempi certi per l’accesso alla morte medicalmente assistita, ed è proprio quello che chiede la Proposta di Legge Regionale ‘Liberi Subito’ dell’Associazione Luca Coscioni, al fine di impedire ostruzionismi e discriminazioni da parte delle Regioni”.
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