Lalli (Idv): “Telecamere nascoste a protezione delle donne”
“La lotta al femminicidio si fa con la denuncia ma anche con strumenti nuovi. Ci chiediamo perché non si ricorrra alle intercettazioni ambientali per incastrare i colpevoli di questi reati”. Dalla coordinatrice donne dell'Idv Umbria, Maria Cristina Lalli, la proposta di autorizzare, mediante una nuova legge, microfoni e telecamere nascoste all'interno delle abitazioni dove i servizi sociali hanno riscontrato abusi e violenze.
“Queste strumentazioni vengono utilizzate per incastrare i mafiosi - lamenta la Lalli - sarebbe bene farlo anche per proteggere donne e minori, ovviamente prendendo tutte le cautele possibili. Se parlate con una donna vittima di abusi saprete che le cucine, i salotti e le camere da letto sono le peggiori prigioni, dove il carnefice fa quello che vuole. Il contrasto a questi fenomeni deve avvenire non solo proteggendo donne e bambini ma contrastando frontalmente gli aggressori, oggi lasciati troppo liberi di agire, quasi eccitati dall'involucro protettivo intorno alla donna, che ne esalta il ruolo di preda. L'autorità dello Stato - insiste Maria Cristina Lalli - deve arrivare fin dentro quelle case di tortura e ripristinare la giustizia nelle cucine, nei salotti, nelle camere da letto. Per giunta, molti degli uomini violenti non chiedono altro che di essere fermati da un'autorità superiore. Difatti molti assassini, una volta compiuto l'atto, si costituiscono e si spengono”.
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