PERUGIA - La campagna elettorale è lanciata da tempo e con il malcostume del confondere strategie politiche con personalismi, ha rapidamente assunto toni poco utili a disegnare una prospettiva di sviluppo utile all'Italia. Da programmi e propaganda elettorale, salvo limitate e occasionali eccezioni, brilla per generale assenza un disegno sul modello di sviluppo per il Paese, sulla sua collocazione internazionale, su temi come pace, coesione sociale, ambiente, cultura. In questo quadro l’agricoltura è, neanche a dirlo, tra i temi più trascurati dalle diverse “agende” per i prossimi 5 anni.

Il presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica in Umbria, Vincenzo Vizioli, fa notare che «nei programmi elettorali dei diversi partiti, all’agricoltura non è dedicato nemmeno un capitolo, un paragrafo, una riflessione tra le righe e, addirittura per la quasi totalità dei partiti, nemmeno una citazione».
E’ vero che con l’espulsione dei contadini dalle campagne, che l’ISTAT ha quantificato nella sparizione del 30% delle aziende in dieci anni, è finita l'epoca in cui l’agricoltura rappresentava un bacino elettorale appetibile ma è altrettanto vero che dal modello di agricoltura deriva il modello alimentare, la scelta di salute dei cittadini e dell’ambiente, l’elemento più rappresentativo del Made in Italy e, non ultimo, la valorizzazione di territori che traggono la loro forza economica dall’interazione tra tipicità delle produzioni, paesaggio e beni culturali e ambientali.

Agricoltura significa anche governo del territorio e chi vuole governare non può non sapere che frane e smottamenti, protezione delle falde e degrado del paesaggio, sono strettamente collegati all’abbandono delle terre, a sua volta, determinato dalle scelte di politica agricola comunitaria (PAC) che, proprio in contemporanea alla campagna elettorale, si sta ridefinendo, all’insaputa (questa volta si) di agricoltori e cittadini consumatori, con una spesa che impegna il 40% dell’intero bilancio dell’UE e da cui deriveranno, i Piani regionali di Sviluppo Rurale (PSR), cioè le uniche forme rimaste per dare sostegno e indirizzo politico all’agricoltura.

«L’unico argomento in cui l’agricoltura è trattata di striscio e male – continua Vizioli - è la cosiddetta green economy, dove traspare che la produzione di cibo ha valore solo se fatta per produrre energia (più volgarmente per dargli fuoco) senza un ragionamento serio sul valore del cibo e della sovranità alimentare».
Cercare riferimenti per l’agricoltura biologica ha la stessa probabilità di riuscita di una vincita al superenalotto. Viene da chiedersi quali orizzonti offre la politica all'agricoltura e quali orizzonti offrono le diverse forme di agricoltura alla politica.

Con l'avvicinarsi della scadenza elettorale, AIAB ha inteso rispondere e chiedere risposte a questi quesiti, offrendo un Decalogo di proposte a coalizioni, liste e singoli candidati fondate sull'adozione e sostegno del modello biologico e sulla cornice della sovranità alimentare. L’associazione chiede, a sua volta, che questi punti siano adottati con impegni vincolanti, sottoscrivendoli, in toto o in una loro parte, formalmente e prestandosi a una verifica nel corso della prossima Legislatura.
Le proposte vanno dal convinto rilancio del biologico attraverso l'attività legislativa e provvedimenti economico-finanziari, allo stop al consumo di suolo, a provvedimenti urgenti in tema di OGM, al sostegno all'agricoltura sociale, all'aumento degli impegni delle amministrazioni pubbliche sul fronte degli acquisti pubblici verdi.

«Guardiamo con preoccupazione a questa campagna elettorale in quanto in un periodo così critico per l’agricoltura, l’attenzione all’argomento è veramente minima – conclude il presidente di Aiab Umbria – ed  è per questo che incalzeremo chi si candida a governare il Paese per il prossimo quinquennio, con la serietà che riconosciamo al ruolo delle istituzioni che si prefiggono di rappresentare, nella convinzione che l’agricoltura biologica sia un bene comune a disposizione di tutti coloro che si riconoscono in un modello di sviluppo che incarni la sostenibilità».

Tutti i soci AIAB, agricoltori e consumatori di prodotti biologici, i cittadini che si riconoscono nella sovranità alimentare e nell'altra economia, sono invitati a promuovere il Decalogo AIAB per la XVII Legislatura e a sottoporlo ai candidati nel corso della campagna elettorale, oltre che a trasmetterci gli impegni sottoscritti.

Condividi