PERUGIA - Riceviamo e pubblichiamo integralmente l'ultimo comunicato del comitato per la difesa del Rio Fergia.
 

Solo un paio di mesi fa sembrava che la nostra bella regione fosse tanto ricca di acqua pura e sorgenti incontaminate che per valorizzare ed ottenere risultati migliorativi in termini di incoming turistico, enti pubblici come la Regione, le Provincie, la Camera di Commercio e molti sindaci aderivano al progetto investendo denaro pubblico insieme a gruppi di imprenditori e multinazionali che ben poco interesse possono avere nel salvaguardare il bene più prezioso se non per l’espletamento di un marketing avanzato “finto ambientalista” mirato ad ottenere profitti su beni che devono rimanere comuni e ulteriori sconti sulle già irrisorie tasse regionali di concessione.
Nel frattempo l’A.r.p.a. Umbria lanciava l’allarme siccità pubblicando i dati sul notevole abbassamento dei livelli delle sorgenti umbre ed invitando la popolazione ad un uso più attento delle risorse idriche evitando inutili sprechi. Da oltre un mese i media non fanno che parlare di emergenza idrica e l’amara verità è così evidente che il fiume Topino è praticamente scomparso anche perché l’affluente Menotre ha subìto la distruzione delle sorgenti per costruire la strada per Colfiorito,  il lago Trasimeno è a rischio navigabilità, il Tevere è ridotto a poco più di un rigagnolo, la portata delle sorgenti e dei pozzi carsici è più che dimezzata. La carenza di precipitazioni di certo non ha aiutato la situazione generale (diminuite quest’anno di quasi 40 punti percentuali rispetto alla media degli ultimi 10 anni.). Il tutto è ora certificato dal “Rapporto sulla situazione di carenza idrica in Umbria” aggiornato dalla Regione al 30 agosto 2012 e dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 06 luglio 2012 che dichiara lo stato di emergenza per la grave crisi idrica in Umbria.
E’ indubbio che sprechiamo troppo, che non si dovrebbe usare acqua dei pubblici acquedotti spesso ridotti a colabrodo,  per riempire piscine o annaffiare orti.  D’altro canto, ci sono anche persone come i membri del Comitato per la difesa del Rio Fergia che con il cuore rispettano il bene primario (chiudendo anche il rubinetto mentre si lavano i denti) che non capiscono perché  non si parli mai delle aziende che effettuano prelievi artificiali dalle nostre falde lucrando ed impoverendo l’ambiente. Per non parlare di pozzi profondi oltre 400 metri, ferite sanguinanti al cuore dei nostri verdi colli, non ancora chiuse e realizzate con l’assenso di “scrupolosi” amministratori pubblici tanto che unici in Italia ad aver permesso tali sfregi. Non sono bastate le sentenze del Tar, quella del Consiglio di Stato e gli studi di emeriti professori dell’Università la Sapienza di Roma per ripristinare con canoni scientifici lo stato dei luoghi.
La sentenza della Corte Costituzionale del 20 luglio boccia l’articolo 4 del decreto legge 13 agosto 2011n. 138*  (il quale ristabiliva la privatizzazione dei servizi idrici), in quanto raggirava e ribaltava l’espressione della volontà popolare esplicitata con il referendum 12-13 giugno 2011, classificandola quindi come incostituzionale.  Speriamo almeno che questo sia utile per la diffusione di una cultura (e serva da monito per chi intende amministrarci nell’osservanza dei più basilari valori democratici) di rispetto verso il creato e verso il principio “l’acqua è vita e non può essere in alcun modo privatizzata né commercializzata a fini di lucro”. Ovvero basta con attentati alle risorse idriche e sì al ripristino della legalità.
E’ emergenza siccità, ora nessuno lo può negare.  Risparmiamo acqua, iniziando soprattutto a ridurre le disponibilità alle multinazionali che imbottigliano,  come previsto dalle regole morali e da quelle legislative relative alle concessioni sugli emungimenti (sospensione concessioni per uso industriale in caso di emergenza idrica).
Elicotteri stanno sorvolando le nostre campagne e i nostri agricoltori vengono ingiustamente multati se irrigano i campi per produrre vera ricchezza con modalità sostenibili e nel rispetto delle risorse naturali. D’altronde da secoli i nostri agricoltori operano con il buon senso di chi quotidianamente vive  a contatto con la natura e ci insegnano a rispettarla con saggezza ed equilibrio lungimiranti.
E’ giunto il tempo di smetterla con giustificazioni pretestuose sugli sprechi.  Non si può e non si deve più tacere un’altra delle principali cause dell’emergenza idrica: il prelievo tramite prelievi artificiali delle ditte che imbottigliano l’acqua di tutti per il beneficio di pochissimi e con conseguenti gravi danni ai bacini. E’ ora che gli elicotteri abbandonino la caccia agli usi agricoli ed invertino la rotta verso i luoghi degli stabilimenti che depredano senza misura né alcun controllo le risorse idriche. Mettiamo uno stop ai prelievi per scopi commerciali, se vogliamo conservare le risorse idriche. Oppure facciamo finta di nulla e continuiamo pure con i Waterfestival a sognare l’acqua che non c’è.
Per fortuna che qualcuno ama ancora la verità e un coraggioso giornalista di una nota rete televisiva nazionale ha detto qualche giorno fa: ”Rio Fergia docet…” . Infatti il Comitato per la Difesa del Rio Fergia è l’unico legittimato da sentenze del Tar e Consiglio di Stato, nonché dal Protocollo d’Intesa del 1993. Sentenze che hanno fatto giurisprudenza rendendolo un caso emblematico a livello nazionale ed internazionale. 
*come mai tutti i decreti che riguardano “l’oro blu” vengono emessi ad agosto quando tutti sono distratti dalle ferie?

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