L’ultimo dei Preraffaelliti ed il mito delle Danaidi
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - L’opera di oggi è titolata “Le Danaidi" ed è stata dipinta intorno al 1902 da John William Watherhouse (1849-1917).
L’artista britannico - nato a Roma ma cresciuto a Londra e figlio di due pittori - viene considerato appartenente alla corrente dei “Preraffaelliti”, sebbene abbia operato diversi lustri dopo lo scioglimento della Confraternita. I soggetti dipinti da Watherhouse - che insegnò anche alla Royal Accademy di Londra - si riferiscono spesso a storie mitologiche o attinenti al ciclo arturiano.
Le Danaidi erano le 50 figlie di Danao re di Libia in forte antagonismo con i 50 figli (maschi) di Egitto, fratello del sovrano libico. Tutti i maschi, tranne uno (Linceo) furono assassinati con degli spilloni dalle cugine-spose (tranne che da Ipermestra, coniugata appunto a Linceo), dopo una guerra di assedio finita con le nozze degli uni (che intendevano, comunque sopprimere, su ordine del padre, Danao) con le altre. A sua volta il sopravvissuto Linceo si vendicò uccidendo tutte le cugine-cognate (con la sola eccezione della consorte).
Negli inferi, le Danaidi vennero inviate nel sotterraneo, tenebroso ed orrido Tartaro: Zeus le condannò a riempire d'acqua una enorme botte, ma con il fondo bucato, così che, per quanta acqua vi si versasse, mai si riempiva. Ne uscì il modo di dire “botte delle Danaidi” per indicare progetti o azioni impossibili da condurre in porto.
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