L’autrice di Marianne nera, icona femminista col ritorno del re non dipinse più
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA- Questo "Ritratto di donna nera", eseguito e esposto al Salon di Parigi del 1800, segna un'epoca: è il manifesto repubblicano, femminista e abolizionista (la convenzione nazionale aveva abolito la schiavitù nel 1794) siglato, per di più, da una donna, Marie Guglielmine de Laville-Laroux sposata Benoist che si firmava Marie Guglielmine Benoist (1768-1826).
La pittrice era stata allieva del grande Jacques Louis David e si era sposata con il banchiere conte Benoist d'Angers nel 1793.
Questa tela (acquistata già nell'Ottocento dallo Stato francese ed ora al Louvre) la rese nota e famosa, tanto da farle ricevere riconoscimenti ufficiali da Buonaparte.
La "Marianna nera", non a caso, indossa i colori della bandiera di Francia. La Benoist smise di dipingere dopo la restaurazione in quanto il marito, realista convinto, era stato chiamato nel Consiglio di Stato e una moglie pittrice non si addiceva al suo status sociale.
Le contraddizioni, in una vita, non mancano mai. O quasi.
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