(Avi News) - NORCIA – Avviare un percorso per il riconoscimento del tartufo come patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco e organizzare una serie di iniziative per prepararsi all’appuntamento con l’Expo 2015, esposizione universale che si terrà a Milano e darà visibilità a tradizione, creatività e innovazione nel settore dell’alimentazione.

Sono questi gli obiettivi che l’Associazione Nazionale Città del Tartufo ha ribadito in occasione della conclusione dei festeggiamenti del suo ventennale, organizzati domenica 20 febbraio durante la 48ª edizione di Nero Norcia, mostra mercato del tartufo nero pregiato di Norcia e dei prodotti tipici, che proseguirà nella città di san Benedetto il prossimo fine settimana.

Insieme ai festeggiamenti per il ventennale, l’Anct ha anche svolto il direttivo annuale a cui hanno partecipato i vicepresidenti dell’associazione Giacomo Gozzini, assessore alla promozione del territorio del Comune di San Miniato e Francesco Del Basso, assessore all’agricoltura e all’agroindustria della Provincia di Isernia, rappresentanti delle città associate tra cui Antonio Degiacomi, assessore alla cultura del Comune di Alba e Gian Paolo Stefanelli, sindaco di Norcia, oltre a Fernanda Cecchini, assessore alle politiche agricole della Regione Umbria.

“Lo scopo fondamentale della nostra associazione – ha spiegato Degiacomi – continua ad essere la promozione del tartufo, bianco e nero, alfieri della tavola e della cultura enogastronomica di molti territori italiani. L’intuizione importante, forza della nostra associazione, è stata capire che, al di là di differenze e specificità dei territori, fosse necessario creare una rete per la tutela e la promozione che oggi ci unisce da nord a sud con un unico obiettivo comune. Intorno al tartufo esiste un insieme di tradizioni legate al rapporto dell’uomo con i boschi e con il cane nell’antica e misteriosa pratica della cerca del tartufo. Sono tutti aspetti immateriali legati la pregiato fungo che noi vogliamo conservare e preservare e da questo nasce la nostra proposta di riconoscimento da parte dell’Unesco attraverso una convenzione che lo tuteli come bene culturale immateriale. Proposta formulata per la prima volta a Milano in uno degli appuntamenti nazionali organizzati per il ventennale dell’associazione. L’altra grande sfida che ci attende è quella di prepararci al meglio all’Expo 2015, vetrina importante per promuovere il made in Italy a livello internazionale, in cui il tartufo può trovare una collocazione strategica. Per questo stiamo pensando a una serie di appuntamenti convegnistici, di riflessione e di carattere pratico organizzativo che ci facciano arrivare preparati all’appuntamento milanese”. “

Questo appuntamento a Norcia – ha aggiunto Gozzini – è servito per chiudere i festeggiamenti che abbiamo aperto a Roma con un incontro che ha permesso di illustrare l’agenda di appuntamenti dell’Associazione per il ventennale e che sono proseguiti ad Alba con un focus per indagare le specificità dei diversi territori in cui il tartufo si trova. L’ultimo appuntamento prima di questo umbro è stato quello, già ricordato, di Milano durante il quale abbiamo avuto un importante incontro con la Regione Lombardia che ha permesso di portare all’attenzione di un pubblico importante le problematiche legate al tartufo”.

“Sono particolarmente soddisfatto della presenza dell’Anct a Norcia – ha spiegato il sindaco Stefanelli – perché la nostra città è stata tra i suoi fondatori, ma poi non ha partecipato attivamente alla vita dell’associazione per anni e aver riallacciato i rapporti con questo circuito di promozione del tartufo è molto importante”.

“Guardo con grande favore – ha concluso l’assessore Cecchini – a tutte quelle iniziative che permettono momenti di riflessione su un prodotto come il tartufo e che stimolano interventi di tipo normativo. È importante stare vicino alle città e alle realtà che riescono a valorizzare i prodotti di eccellenza e i territori in cui sono presenti ed è quello che come Regione stiamo cercando i fare, nonostante i tagli che ci impongono forti razionalizzazioni”.

Carla Adamo
 

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