di Elio Clero Bertoldi

“L'allegoria della Vanità e della Penitenza” è una tela di Guido Cagnacci (1601-1663), romagnolo. 
Singolare la vita di questa artista condizionato da un amore contrastato dalla sua famiglia. Si era infatti innamorato, corrisposto, di una ricca contessa (Teodora Stivivi, vedova Battaglini) e madre di una bimba, ma il padre di lui ed anche i congiunti di lei per questioni ereditarie si opposero con tutte le loro forze, tanto che lei finì addirittura in convento (ne uscì solo due anni più tardi): i due amati non si rividero mai più. 
Guido fu costretto a cambiare diverse città di residenza e a Venezia a presentarsi, addirittura, sotto falso nome. 
Morì a 62 anni a Vienna, dove era stato chiamato dall'imperatore e dove visse gli ultimi tre anni della sua vita. 
L'opera si trova in una collezione privata (Shanks, Andalusia, Usa).

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