Lunedì prossimo il consiglio comunale di Perugia dovrebbe approvare la completa liberalizzazione del commercio nel centro storico, anche consentendo l’insediamento di medie e grandi strutture di vendita con la sola esclusione del settore alimentare.
La proposta arriva dalla Giunta comunale che ritiene, erroneamente, che il contesto normativo ed economico vada verso la piena liberalizzazione del commercio.

 

Così non è. Infatti, la gran parte degli economisti e dei giuristi è concorde nel ritenere che la principale causa della crisi globale sia da ricercare nell’assenza di regole per il mercato (finanziario e non solo). Quindi la mano invisibile non esiste, mentre esistono organismi pubblici che devono prevedere e garantire che il mercato si muova entro dei limiti prestabiliti.
Come Italia Nostra ha ricordato con la lettera aperta inviata ai Consiglieri comunali di Perugia e alla Giunta regionale, anche il governo tecnico del prof.Monti ha previsto con il decreto “crescitalia” che l’iniziativa economica privata incontra dei limiti nella necessità di tutelare l’ambiente, il paesaggio ed il patrimonio artistico e culturale (art.1, comma 2).

 

Mentre il governo dell’ex commissario europeo all’antitrust riconosce l’esistenza di precisi limiti alla concorrenza, l’amministrazione comunale di Perugia li ignora volutamente e vorrebbe procedere verso la completa liberalizzazione del commercio, senza alcuna valutazione del carico urbanistico e delle conseguenze negative che potrebbe produrre l’insediamento di grandi superfici di vendita in un contesto così delicato e prezioso come quello del centro storico.

 

Italia Nostra ritiene che sia un errore molto grave mettere a rischio il patrimonio culturale più importante della città, né si comprende come Perugia possa candidarsi a capitale europea della cultura con scelte di questo genere che non hanno nulla di culturale e tutto di commerciale.
Sarebbe paradossale che Perugia e l’Umbria, da sempre governate dalla sinistra, si convertissero ad un radicale neoliberismo proprio quando la crisi globale dimostra il pieno fallimento di tale dottrina.
Con una prima lettera aperta della scorsa settimana, Italia Nostra ha già chiesto ai consiglieri comunali di non approvare la proposta della giunta comunale.

 

Oggi con una nuova e più articolata lettera aperta rinnova la stessa richiesta e, considerato che il caso di Perugia potrebbe fare scuola ed essere imitato da altri comuni, aggiunge la ulteriore richiesta rivolta alla Giunta regionale e al Consiglio regionale di intervenire esercitando i poteri di indirizzo e coordinamento ed il potere sostituivo nei confronti del Comune di Perugia, al fine di scongiurare che i centri storici dell’Umbria si trasformino in centri commerciali mettendo a rischio il loro straordinario ed unico valore culturale.

 

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