PERUGIA - “Dove è finita la proposta di istituire un ‘Ministero del Turismo’ autonomo, forte e dotato di risorse ampie? Si dice che dovrebbe essere una delle ‘prime industrie’ del Paese. Invece occupa solo 1 addetto ogni 11. In dieci anni si potrebbero creare 500mila nuovi posti di lavoro”. Così il consigliere regionale Claudio Ricci (Misto-Rp/Ic).

“Nel 1993 – ricorda - fu abolito (con referendum) il Ministero del Turismo e da allora sono passati 25 anni: siamo rimasti in pochi ad insistere come predicatori illusi. Nel frattempo la delega è passata, negli ultimi anni, dal Ministero per gli Affari Regionali, ai Beni Culturali sino all’Agricoltura. Quasi fosse un accessorio anziché una strategia”. Per Ricci, “manca un piano operativo, una rete commerciale (anche Internet) e l’Iva sul turismo è molto più alta della media europea. La tassa di soggiorno diversa in ogni luogo. Ma come fa un tour operator internazionale a definire un prodotto turistico in Italia? Si rivolge ad altri”.

“Risultato – spiega Ricci -: il turismo aumenta in Italia, ma meno di quanto potrebbe e da primi, che eravamo, siamo scesi ben oltre il podio. Siamo il Paese al mondo con il maggior numero di Siti Unesco (54), abbiamo un bene culturale ogni 4 chilometri di strade percorse, con oltre 22mila centri storici. Molto potenziale inespresso – conclude - tante parole e pochi fatti”. 

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