Le interviste di Dibattiti d’autore: Fiorello Primi, e I Borghi più Belli
di Fosco Taccini
L’emergenza Coronavirus è tuttora in corso, ma è necessario pensare al dopo (al futuro prossimo) per iniziare a valutare i possibili strumenti utili a elaborare la necessaria ripartenza dell’Italia e della nostra regione. Pertanto, proseguono le interviste di Dibattiti d’autore per fornire un utile contributo al mondo di domani. L’ospite di questa seconda puntata è Fiorello Primi, presidente dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia.
Ciao Fiorello, prima di tutto grazie per la tua disponibilità, che impressioni ci puoi dare della vita al tempo del Coronavirus?
La vita al tempo del COVID-19 è una vita di reclusione e di isolamento. Tutto quello che esisteva prima in termini di vita sociale, rapporti familiari, di lavoro e di svago non esiste più: è stato sostituito dal timore di essere infettato, di ammalarsi. Ogni volta che usciamo per fare ciò che è consentito dalle disposizioni governative ci sentiamo quasi in colpa di essere usciti.
Sei stato sindaco di Castiglione del Lago, consigliere della Provincia di Perugia e oggi coordinatore di Articolo Uno per l’area del Trasimeno, vista la tua esperienza politica come immagini il domani?
E’ evidente che tutto cambierà, anzi tutto dovrà cambiare. Dovremo cambiare il nostro modello di sviluppo che ha privilegiato la quantità sulla qualità, il conflitto piuttosto che la solidarietà, la divisione piuttosto che la condivisione. L’isolamento, il distanziamento sociale e il pericolo di infezioni virali saranno presenti nelle nostre menti per molto tempo ancora. Questo ci farà molto ripensare il nostro modo stare in società, a partire dal modo di consumare, di passare il tempo e di fare acquisti.
Puoi già indicare qualche proposta politica?
Quando la pandemia sarà passata, non ci sentiremo comunque al sicuro perché avremo preso coscienza, almeno così si spera, che potrebbe accadere di nuovo e che non possiamo farci trovare impreparati sia dal punto di vista sanitario che socio-economico.
Allora occorre, da subito, investire risorse importanti e sufficienti soprattutto sulla ricerca e sulla sanità pubblica e sul nuovo assetto economico e produttivo.
Terminata la fase di emergenza, sarà necessario dare impulso all’economia e vitalità a tutto il Paese.
Il sistema Italia dovrà fare tutto il possibile per mantenere in piedi il sistema produttivo ed economico in modo da poter ricominciare a vivere. Il settore del turismo sarà sicuramente uno degli elementi sul quale puntare per ripartire velocemente e produrre ricchezza e posti di lavoro.
Il turismo costituisce il 13% del Pil italiano, immagino che la tua associazione stia già valutando le azioni future.
Sì, come Borghi Più Belli d’Italia stiamo già lavorando per promuovere verso gli italiani, con tutti i mezzi di cui potremo disporre, la nostra rete nella convinzione che, almeno per il 2020 e parte del 2021, il turismo internazionale difficilmente potrà rimettersi in moto.
I borghi italiani sono dei veri e propri gioielli, suggerisci di pensare a loro come dei punti (essendo disseminati su tutto il territorio nazionale) per far ripartire il turismo?
Possiamo oggi sostenere che molto probabilmente il turismo dopo il lockdown potrà ripartire con l’offerta turistica delle piccole destinazioni, per due motivi principali:
1. Perché sono luoghi dove la qualità della vita è molto alta, dove è possibile rigenerarsi fisicamente e spiritualmente, dove i contesti naturali sono ancora intatti e straordinari, dove è possibile praticare il turismo “esperienziale” e scoprire un patrimonio storico-artistico e culturale che ci riporta alle nostre radici, al cuore dell’Italia.
2. Perché almeno all’inizio, e forse per un periodo non troppo breve, il turismo in Italia dovrà puntare sul turismo domestico. In quest’ottica è facile immaginare che i movimenti avverranno dai grandi centri urbani (dove la maggior parte delle persone è stata confinata dalle misure restrittive) in direzione della miriade di piccole gemme che riempiono la penisola e le sue isole.
Come avrai avuto modo di vedere, ogni Stato sta attraversando con tempistiche differenti l’emergenza Covid19. Quindi, difficilmente almeno per quest’anno avremo molti arrivi di turisti dall’estero.
Per quanto riguarda invece il contesto internazionale, probabilmente sarà necessario un tempo più lungo. Anche in questo caso, le destinazioni cosiddette “minori”, meglio se hanno un riconoscimento di qualità come I Borghi Più Belli d’Italia, possono dare un grande contributo per rappresentare al meglio l’offerta turistica dell’Italia nel mondo.
Per muoversi adeguatamente negli scenari futuri c’è bisogno di un’attenta progettazione.
Sì, abbiamo previsto una prima fase, che partirà non appena sarà possibile, e sarà finalizzata per convincere gli italiani a frequentare i nostri borghi anche attraverso una serie di facilitazioni e offerte di pacchetti per diverse combinazioni e prezzi. Sono già in fase di elaborazione da parte del Tour Operator esclusivo B.I.T.N. e il consorzio di produttori EcceItalia.
E una seconda fase, da sviluppare fin da settembre, che dovrà servire per promuoverci nel mondo organizzando, attraverso il Tour Operator B.I.T.N., educational e press tour, magari in collaborazione con alcune regioni .
Avrete sicuramente bisogno di sostegno e di aiuto da parte delle istituzioni.
Questo progetto di comunicazione e di promo-commercializzazione ha bisogno del sostegno del Ministero competente e dell’ ENIT, al cui Direttore Esecutivo ho già inoltrato la nostra proposta e il nostro progetto, per avere il massimo dell’efficacia e dei risultati positivi.
Quasi un milione di posti di lavoro sono a rischio nel settore del turismo a livello nazionale. Questo avrà ricadute anche nei piccoli centri.
I Ristoratori, i titolari delle varie tipologie ricettive, i baristi e quanti hanno delle attività artigianali e di servizio nei centri turistici cosiddetti minori hanno bisogno di avere un minimo di prospettiva per tenere duro ed evitare di chiudere mettendo a repentaglio la stessa sopravvivenza delle piccole comunità che resistono. Sostegno economico immediato e facilitazioni finanziare per riavviare l’attività. Mi pare che le misure del Governo nazionale e anche di alcune regioni stiano andando verso questa direzione.
Cosa ci puoi dire del contesto regionale dell’Umbria delle conseguenze sul turismo?
Notoriamente l’Umbria ha già subito una forte contrazione economica e produttiva negli ultimi dieci anni. Sono state perdute migliaia di attività e perduti decine di migliaia di posti di lavoro oltre che essere in un declino demografico preoccupante. Il Turismo può fornire un’importante risposta immediata al bisogno di creare ricchezza e dare lavoro. L’Umbria è una regione molto ambita da punto di vista turistico per una serie di motivi che non sto qui a ricordare.
Quali proposte specifiche per la nostra regione?
Ho già avuto modo di incontrare il nuovo assessore al Turismo, prima della crisi COVID-19 naturalmente, con la quale abbiamo concordato una serie di azioni per recuperare le perdite e per sviluppare ulteriori occasioni di crescita del turismo nazionale e internazionale
Ci attendono sfide difficilissime, ma con l’impegno di tutti riusciremo a vincerle.
Abbiamo tutti una responsabilità nazionale di riuscire a salvaguardare la sopravvivenza di cultura, tradizioni, patrimonio storico-artistico diffusi in questi piccoli centri e delle loro comunità che ne sono i veri custodi.
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