Interruzione di gravidanza, lettera aperta di UDI Perugia alla presidente Tesei
di Udi - Unione Donne in Italia – sede di Perugia
Gentile Presidente,
Lei, insieme alla Giunta Regionale Umbra, è riuscita a far diventare il ‘caso umbro’ un caso nazionale, siamo la sola regione ad aver fatto un passo indietro: invece di favorire, specie in epoca COVID, la territorializzazione dei Servizi e anche delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), ha ricondotto queste ultime alle Linee di indirizzo di 10 anni fa, che obbligano le donne a tre giorni di ricovero.
A livello nazionale il caso è così ‘esploso’, tanto che il Consiglio Superiore di Sanità (CSS) e l’Associazione Italiana del Farmaco (AIFA) sono stati investiti del compito di rivedere le Linee di Indirizzo del Ministero della Sanità, al fine di renderle, si spera, simili a quelle del resto d’Europa.
Chiediamo da tempo di permettere l’uso della RU486 e delle prostaglandine nei consultori (vedi Toscana) e fino a 9 settimane (come in Irlanda e in Portogallo o addirittura fino a 10 settimane come negli USA).
Certo, per fare questo i Consultori non dovrebbero essere nello stato di abbandono in cui versano ora, dovrebbero avere personale formato e strumentazione adeguata, dovrebbero essere aperti e facilmente raggiungibili, diversamente da come sono ora.
Lei e la sua Giunta state rendendo ormai tutti i servizi socio sanitari in Umbria gusci vuoti allo scopo di favorire il privato.
Dove sta il rispetto dell’art. 2 della 194 nel quale si parla di contraccezione gratuita? Da anni ci battiamo affinché la contraccezione diventi gratuita, invece in Umbria è solo a pagamento, anche nei consultori.
Sappiamo che il suo partito politico appoggia paesi sovranisti come l’Ungheria che recentemente ha deciso di non ratificare la Convenzione di Istanbul, strumento internazionale giuridicamente vincolante per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, ma noi, ostinatamente, speriamo che per l'Italia così non sarà, che ascolterete i veri bisogni di salute e di libertà delle donne.
Questa lettera non vuole essere solo un tentativo di mantenere alta l’attenzione sui diritti delle donne, ma vuol essere anche un appello ad AIFA e alle componenti del CSS affinché comprendano che nei mesi estivi, ed in particolare ad agosto, diventa davvero difficile per le donne trovare un servizio per la IVG, anche chirurgica: la scarsità di reparti e di personale non obiettore (che ha diritto alle ferie) fa sì che alcune donne si trovino con interventi prenotati e poi disdetti e reparti chiusi, come quello di Umbertide, chiuso per malattia dell'unico medico non obiettore presente.
Non ci stancheremo di ripetere che permettere e facilitare la IVG farmacologica territoriale consente di gestire al meglio anche i Servizi con carenza di personale, non intasando i reparti ospedalieri.
Abbiamo assistito alla strumentalizzazione del dibattito sulle poche nascite in Umbria e ci sentiamo di dirLe che le culle non si riempiono vietando l’interruzione volontaria di gravidanza o rendendo difficile la contraccezione, così facendo le donne torneranno a praticare l’aborto in clandestinità come hanno sempre fatto quando sono rimaste sole.
Solo politiche sociali che diano lavoro sicuro alle donne e posti negli asili nido per tutti e tutte potranno favorire davvero la natalità.
NO WORK? NO CHILDREN!
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