ROMA - E' stato interlocutorio l'incontro al ministero della Sviluppo economico tra rappresentanti delle istituzioni, Nestlé e sindacati sul piano occupazionale per la Perugina dove la multinazionale Nestlé ha annunciato 340 esuberi.

Le parti si sono prese altre tre settimane prima di un nuovo vertice, già messo in programma per il 15 febbraio sempre al Mise. In quella occasione potrebbe arrivare la chiusura della trattativa.

In un incontro tra Nestlé e sindacati che si era svolto nei giorni scorsi a Perugia si era tra l'altro ipotizzata la possibilità di ricorrere a 150 contratti part-time ed a 80 posti incentivati in altre aziende del territorio, oltreché su una sessantina di uscite volontarie dallo stabilimento di San Sisto.

All’incontro odierno erano presenti il viceministro on. Teresa Bellanova, la presidente ed il vicepresidente della Regione Umbria catiuscia Marini e Fabio Paparelli, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, le Organizzazioni sindacali nazionali e regionali della categoria ed il management italiano della Nestlè. 

“L’auspicio che ci ha portati a decidere questo breve rinvio – hanno dichiarato la presidente ed il vicepresidente della Regione Umbria catiuscia Marini e  – è di poter giungere ad un avvicinamento delle posizioni e dunque arrivare ad un esito il più possibile soddisfacente per tutti.  Come Regione abbiamo chiesto che vengano valutate con molta attenzione tutte le opzioni per lo sviluppo del sito produttivo di Perugia e la conseguente ricaduta sul territorio, in termini di qualità della produzione industriale, progetti e tenuta occupazionale. Abbiamo confermato, insieme al Governo, la disponibilità massima delle Istituzioni, già ribadita nei precedenti incontri, a valutare ogni possibile supporto pubblico con l’utilizzo di ogni strumento a disposizione".

"Massima attenzione – hanno concluso la presidente ed il vice-presidente – abbiamo chiesto all’Azienda ovviamente anche per quello che riguarda la gestione di questa fase, molto delicata, del confronto rispetto alle ricadute occupazionali della vertenza”.

Di "piccoli passi avanti" ha anche parlato la presidente Marini. "Abbiamo chiesto - hanno detto - che vengano valutate con molta attenzione tutte le opzioni per lo sviluppo del sito produttivo e la ricaduta sul territorio, in termini di qualità della produzione, progetti e tenuta occupazionale".

Secondo la Nestlé, invece, il piano tiene insieme "significativi investimenti economici (60 milioni in tre anni) per la riorganizzazione della produzione e lo sviluppo anche internazionale del business, con la presa in carico di tutte le persone interessate, perseguendo soluzioni che non lascino alcun lavoratore privo di opportunità".

GALGANO (CI): DELUDENTE TAVOLO MISE, SI ARRIVI VELOCEMENTE AD ACCORDO

"Non possiamo che considerare deludente l'esito dell'incontro avvenuto oggi al Mise sulla vertenza Perugina. Prorogare ulteriormente questa situazione di stallo non può che incidere negativamente sull'azienda: chiediamo, quindi, maggiori sforzi alla Nestlè e ai sindacati perché si arrivi quanto prima ad un accordo condiviso sul futuro dello stabilimento di San Sisto. Non possiamo, infatti, permetterci di danneggiare un patrimonio così importante per la città e per tutta l'Umbria”. A chiederlo è Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori-Energie per l'Italia che evidenzia come “in questa vertenza non ci si può concentrare esclusivamente sugli esuberi ma bisogna chiarire quali siano le intenzioni della multinazionale rispetto alla Perugina”.

“Difficile comprendere come si possa coniugare la volontà di Nestlè di investire su altri comparti a livello internazionale – conclude – con le ipotesi di rilancio di uno stabilimento che proprio nel cioccolato e nel comparto dolciario ha il suo prodotto di punta. C'è bisogno di un impegno preciso da parte dell'azienda e di un'apertura da parte dei sindacati per superare questo empasse che pesa sul sito di San Sisto. Chiediamo, quindi, un atto di responsabilità alle parti sociali per garantire sviluppo e futuro ad un'azienda, così fortemente legata alla città di Perugia e all'Umbria, e ai suoi lavoratori”.

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