Interessante intervista di Sassoli a Repubblica
di Alfonso Gianni
Il presidente del Parlamento europeo propone in sostanza di cancellare il debito contratto per il Covid, di rendere definitivo il debito comune quindi di arrivare agli Eurobond; un sistema di tassazione europea a partire dalla web tax; di procrastinare di un anno, al 2023, il ritorno del Patto di stabilità ma attraverso una riforma del medesimo (anche se non chiarisce come); riconosce che il Mes è anacronistico, dando ragione a chi non lo chiede, e andrebbe cambiato rendendolo uno strumento comunitario e non più intergovernativo; di mettere mano ai Trattati, sfatando così la loro intangibilità; parla di un Unione sanitaria europea. In tutto ciò conta il merito preciso e i dettagli. In un'intervista questi non potrebbero comunque esserci. Ma si percepisce che sotto i colpi della pandemia e della recessione il modo di pensare in Europa sta cambiando. In meglio per alcuni, in peggio per molti altri. Non è tempo di facili ottimismi. La situazione non ce lo permette. Ma si sono aperte delle crepe. La Ue non appare più un moloch immodificabile. Sta alla sinistra e ai movimenti europei saperne approfittare per puntare a ben più radicali cambiamenti
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