MILANO - L'aumento dell'Iva avrebbe impatti diretti sull' inflazione e contribuirebbe a deprimere ulteriormente i consumi. Lo sostiene Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, commentando i dati Istat.

''L'Istat registra ancora tensioni inflattive e quello che preoccupa di più è l'aumento dei carburanti - ha aggiunto - La benzina sale del +18,6% rispetto allo scorso anno (a gennaio era al 17,4%), il prezzo del gasolio cresce su base tendenziale del 25,5%'' ''Questi aumenti- continua Cobolli Gigli - vanno ad incidere negativamente sull'intera filiera commerciale, riversandosi anche sui prezzi dei prodotti; la distribuzione moderna continua nella sua tutela del potere d'acquisto dei consumatori assorbendo in parte questi incrementi, ma ciò porta ad erodere la redditività del settore, ormai ridotta a meno dell'1% del fatturato''.

''Seguiamo con attenzione e preoccupazione - ha proseguito il presidente - quanto trapela dalle stanze del governo circa la volontà di spostare la tassazione dalle persone alle cose. Ricordiamo che solo poco tempo fa avevamo accolto con piacere alcune dichiarazioni che lasciavano trapelare la possibilità di trovare strade alternative all'aumento dell' Iva''.

''A nostro avviso è di primaria importanza pensare a provvedimenti che possano rilanciare la domanda interna, così debole da essere tornata, in base alla ricerca dell'ufficio studi di Banca Intesa diffusa ieri, ai livelli del 1981 - ha concluso - . Solo con una ripresa dei consumi l'Italia potrà tornare a crescere e il commercio, penalizzato dall'attuale situazione economica, potrà continuare a contribuire in modo sostanziale allo sviluppo del Paese''.
 

Condividi