L’evento espositivo, il primo di una serie numerosissima di eventi collaterali del Festival, si pone al confine tra le arti visive e la musica. La ricerca di Rea, infatti, scaturisce proprio da un brano musicale di sua composizione: «Nel ritardo vi è quell’esitazione che genera e rigenera il tempo – ha dichiarato l’artista –, la dilatazione determinata dal ritardo svela la condizione d’impermanenza che è causa e origine di tempo e distanza...». 
In mostra, oltre all’ormai celebre Partitura visuale, l’opera realizzata da Rea per rappresentare la cinquantaquattresima edizione del Festival delle Nazioni dedicata alla Norvegia, si potrà ammirare un paradigma di opere emblematiche della poetica dell’artista, una poetica che si lega concettualmente alla mousikè greca, l’apparato di arti ‘mortali’ (Musica, Danza, Poesia, Teatro) in quanto espresse tramite una durata: non a caso, la riflessione sul tempo è fondamentale per l’arte di Rea, che indaga sulla dimensione fisica dell’opera in un periodo scandito, sul suo divenire impercettibile al di là della condizione spaziale.
Pittore scultore, musicista, Carlo Rea (Roma 1962), figlio di Ermanno, giornalista e scrittore, inizia a giovanissimo lo studio del violino e in seguito la viola al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. In seguito è a Napoli, dove frequenta il Conservatorio San Pietro a Majella, infine si diploma brillantemente al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Fin dagli inizi degli studi musicali segue assiduamente l’ambiente dell’arte e della musica contemporanea suonando musiche e frequentando compositori quali Luciano Berio, Franco Donatoni, Salvatore Sciarrino e Fausto Romitelli suo coetaneo, con il quale sarà legato da una profonda amicizia fino alla sua prematura scomparsa. Fausto Romitelli nel 1986, gli dedica Ganimede, un brano per viola sola, eseguito da Carlo Rea al Festival di Musica Contemporanea di Latina in prima assoluta e registrato da lui per la casa discografica EDI PAN nel 1988. La frequentazione a Roma, fin dall’inizio degli anni Ottanta con l’ambiente artistico e culturale della città e con la pittura astratta sarà decisiva. Di questo periodo sono le prime opere: le ‘partiture visuali’, disegni monocromi a inchiostro di china e pastello nei quali usa i simboli della grafia musicale e dove l’annotazione contrappuntistica diviene esclusiva forma visivo/pittorica d’indagine della scansione spazio/temporale. 
La mostra sarà aperta nei seguenti orari: dal 5 al 19 agosto 11.00-13.00 e 17.30-19.30; dal 20 agosto al 5 settembre 11.00-13.00 e 16.00-18.00; dal 10 al 12 e dal 17 al 21 settembre 11.00-13.00 e 17.00-19.00; chiuso 8 e 15 agosto.
 

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