Indagine di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere
Il primo trimestre 2012 vede una netta prevalenza delle imprese (44%) che hanno dichiarato una diminuzione della produzione rispetto al trimestre precedente, a fronte di una quota del 14% che hanno invece evidenziato un aumento; per il restante 42% la produzione è rimasta stabile.
La contrazione della produzione calcolata negli ultimi dodici mesi, secondo i giudizi degli imprenditori intervistati, è stata pari al 5,1%. Particolarmente pesante è risultato il calo accusato, rispetto allo stesso periodo del 2011, dal settore dell’industria dei metalli (-10, 5%), seguita dal tessile abbigliamento (-8,9%), da altre industrie (-7,7%), dalla meccanica e mezzi di trasporto (-5,1%), dalla chimica (-4,5%), dall’alimentare (-3,4%).
Unico settore a far registrare il segno positivo è l’industria del legno e del mobile con un +0,4%. Ad essere maggiormente penalizzata dalla crisi è la piccola dimensione (1 – 9 dipendenti) con una variazione di -7,4% dei volumi produttivi. Una tendenza confermata dal risultato registrato per il comparto dell’artigianato che ha fatto registrare un arretramento rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente pari al -9,6%.
Anche il dato relativo al fatturato delle PMI manifatturiere umbre registra, nei primi tre mesi dell’anno, un marcata prevalenza di valutazioni negative da parte degli operatori rispetto al trimestre precedente: il 44% ha denunciato una diminuzione, il 42% una stabilità e solo il 14% una crescita. I giudizi rispetto all’andamento dello stesso trimestre del 2011 evidenziano un calo complessivo delle fatture del 4,8%, con dinamiche settoriali e dimensionali pressoché analoghe a quelle riscontrate per la produzione.
In controtendenza rispetto a produzione e fatturato è l’andamento del fatturato estero rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente per una significativa prevalenza delle segnalazioni di aumento (45%) mentre quelle in diminuzione sono il 19%, con una crescita complessiva dell’1,1%. Anche in questo caso vanno rilevate dinamiche diverse a livello di classi dimensionali con migliori performance per le aziende con più di dieci addetti. A livello settoriale, se si fa eccezione per il comparto dei metalli (-1,4%) e quello della meccanica e dei mezzi di trasporto (-0,3%), si registrano valori positivi per tutti quegli ambiti produttivi con particolare evidenza per l’industria del legno e mobile(3,3%).
Le prospettive a breve termine non appaiono positive per quanto riguarda gli ordinativi che, rispetto all’analogo trimestre del 2011, complessivamente (mercato nazionale ed estero) registrano una riduzione del +5,3%.
La contrazione per il solo comparto artigiano risulta pressoché doppia (-10,0%).
A livello dimensionale gli ordinativi si contraggono del -2,4% per le imprese con oltre 50 dipendenti, del -6,8% per quelle da 10 a 49 dipendenti, fino ad arrivare a -7,6% per quelle più piccole. Lo stesso indicatore degli ordinativi assume una valenza positiva per quanto riguarda il mercato estero con un +2,1%. Tra i settori, pur non mancando segnali negativi per i metalli -2,9%, la meccanica e mezzi trasporto -2,2%, gli alimentari -0,3% e la moda -0,2%, si distinguono le industrie elettriche ed elettroniche (1,6%), le altre industrie (3,3%), l’industria chimica (4,0%) e soprattutto quella del legno e del mobile (10,6%).
Un ulteriore indicatore in grado di valutare le prospettive prossime è quello del numero delle settimane di produzione assicurata dalla consistenza dei portafogli ordine alla fine del primo trimestre. Il valore complessivo per le imprese intervistate è pari al 6,7% che scende al 5,7 per il comparto artigiano. Esaminando questo dato a livello settoriale si osserva come il valore più elevato (8,1) si riscontra per l’industria meccanica e mezzi di trasporto, l’industria chimica e l’industria alimentare.
Le previsioni per il secondo trimestre 2012 evidenziano alcuni segnali che fanno prefigurare un allentamento degli effetti della crisi. Quanto ai livelli produttivi emerge una prevalenza delle segnalazioni di aumento (34%) su quelle di diminuzione (24%) e si conferma la tendenza che vede una migliore dinamica delle imprese di maggiore dimensione. Il trend previsto per gli ordinativi totali (mercato nazionale ed estero) ricalca sostanzialmente la previsione relativa alla produzione (33& aumento, 50% stabilità e solo 13% di diminuzione), mentre risulta stazionaria la prospettiva sul fatturato ( 31% aumento e 28% diminuzione).
Fonte: Osservatorio economico dell'Umbria di Uniocamere Umbria
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